L’attore Adriano Chiaramida: «Lavoro sui personaggi, non su me stesso»

Di Maria Lombardo / 10 Febbraio 2024

Adriano Chiaramida ha avuto ottime critiche nell’anno passato per “Amusia” di Marescotti Ruspoli accanto a Fanny Ardant. Lo vedremo prossimamente assieme a Vincenzo Pirrotta in “Superluna” di Federico Bondi presentato fuori concorso ad Alice nella Città (Roma): storia ambientata in un paese dell’Italia centrale colpito da terremoto dove due ragazzine scoprono solidarietà e amicizia. «Io sono un maresciallo dei carabinieri in pensione dice l’attore – la storia è bella perché il tema principale è la conoscenza fra le persone. Il maresciallo era visto come persona rigida ma si scopre il suo lato umano».
«L’esperienza più interessante del 2023 è stata – racconta l’attore livornese trapiantato a Catania che ha avuto grande visibilità internazionale con “Zerozerozero” di Stefano Sollima – quella con la troupe americana de “La tana dei lupi” con Gerard Butler (Amazon Video). Mi hanno voluto per fare un ladro di diamanti. Abbiamo girato a Santa Cruz de Tenerife. Ho in uscita anche “Briganti” di Antonio Lefosse dove faccio un capobanda fra Salento, Calabria, Basilicata».

In “The good mothers”, tv serie Disney+, di genere drammatico e poliziesco (Berlinale Series Award 2023), Chiaramida è un capofamiglia in una storia di ‘ndrangheta ispirata a un fatto realmente accaduto. Nel cast Micaela Ramazzotti e Monica Guerritore.

Hai girato molti film all’estero. Com’è stata l’esperienza?
«E’ una delle cose affascinanti di questo mestiere. Ho fatto film con olandesi, russi, americani. Prossimamente tornerò a lavorare con gli americani. La solarità che ho trovato con loro non l’ho trovata con altri».
Chiaramida ha davvero un curriculum consistente: ha lavorato con grandi autori come Konchalovski.
Sembra che il cinema stia uscendo dalla crisi. Cosa te ne pare?

«Lo sbigliettamento è abbastanza confortante. Sale rimodernate, più servizi e il ritorno di film di qualità. Speriamo bene!».
Come scegli i tuoi personaggi?
«Da giovanissimo iniziai col teatro. Teorie, discussione sul testo… mancava qualcosa. Poi conobbi un vero uomo di teatro, Mario Ferrero il quale mi spiegò: “L’attore non deve lavorare sul personaggio ma su se stesso. Bisogna cercare nella propria scatola magica (lui la chiamava così): ciascuno ha dentro tante personalità”. E’ bello scoprire dentro di noi l’eroe, il santo, il borghese onesto e buono ma è pericoloso scoprire il ladro, il maniaco sessuale, il ricattatore. Nella vita siamo quello che è il “personaggio predominante”. Se una persona comune massacra la propria famiglia, si dice “ma chi l’avrebbe detto, una persona così ammodo!” Quella persona ha tirato fuori il peggio di sé! Ecco, se l’artista è capace di cucirsi addosso il personaggio che ha trovato dentro di sé e lo sa interpretare senza paura, emoziona. Molti attori hanno paura o vergogna di mettersi a nudo. E restano facce senza espressione… La Lupa era una malafemmina ma la Magnani sfondò con quel personaggio. Sono felice di fare questo mestiere. Vorrei continuare fino a 100 anni, senza gettare la spugna. Perché cadere in depressione?».

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Pubblicato da:
Carmela Marino
Tag: chiaramida