La Grande Guerra (1914-18) fu uno tra gli eventi più tragici del Novecento. Spigolando nelle pieghe della storia di un evento ormai lontano nel tempo alla ricerca di aneddoti e curiosità fa notizia la conclusione di un censimento realizzato dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, secondo il quale in Italia esistono 361 aziende secolari la cui iscrizione al Registro delle imprese risale agli anni precedenti lo scoppio della Prima guerra mondiale.
Imprese che hanno attraversato la storia, hanno resistito agli avvenimenti più disparati (guerre, recessioni, austerità, crisi sanitarie), hanno subito delle trasformazioni, ma sono rimaste nel mercato raggiungendo obiettivi ambiziosi. Il più alto numero di imprese con un secolo, o oltre, di vita sono in Lombardia (131), nel Lazio (119), nel Piemonte (79) e in Sicilia (13) e le restanti 19 sparse in altre regioni. Il comparto dei servizi conta il maggior numero di imprese storiche (212 attività economiche, di cui 69 nel commercio e servizi di alloggio e ristorazione, 52 nelle attività immobiliari e 25 nel trasporto e magazzinaggio), seguito dall’industria (149 aziende, tra cui 13 siciliane).
«Meritano il nostro plauso – dice Maria Cristiana Busi, presidente di Confindustria Catania – Noi imprenditori paghiamo la “sicilianità”, cioè paghiamo fino al doppio in termini di costi, rispetto a coloro che operano in altre regioni, soprattutto del Nord, a causa delle diseconomie e della lontananza dai mercati di approvvigionamento e di consumo. Pertanto il fatto di essere state così longeve è un merito. La mia azienda, la Sibeg – prosegue l’imprenditrice – è stata fondata negli anni Sessanta del Novecento, ma il nostro gruppo ha acquisito un’azienda siciliana importante del settore agro-alimentare, la Sibeg Tomarchio fondata nel 1929. Queste aziende secolari per ciò che fanno e per come vengono condotte costituiscono un esempio virtuoso che potrebbe ispirare i nostri giovani ad emularle».