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LA STORIA/2

«Io ho denunciato sin da subito, ma lui è uscito dal carcere ed è tornata la paura. Ho bisogno di aiuto»

Di Laura Distefano |

Questa è una storia recente. Recentissima. Fiorella, nome di fantasia, pensava di aver messo la parola fine al suo incubo personale. Il suo ex marito era finito in carcere, ma questo ha portato solo una tregua. Una tregua durata gli stessi anni della condanna.

Ma torniamo indietro. Ai momenti in cui Fiorella conosce il padre dei suoi figli. La sua è stata una relazione d’amore come tante altre. «Durante il fidanzamento non ci sono mai stati segnali. Poi tutto è cambiato. All’inizio non capivo, ma poi ho scoperto che si drogava». Cocaina è il nome che apre le porte dell’orrore. Fiorella lo aveva lasciato una prima volta quando scoprono che il loro primo figlio ha qualche difficoltà. Poi tornano assieme e dopo qualche anno nasce il secondo bambino. «Ci sono state le prime incomprensioni. Lui era sempre più assente, aveva atteggiamenti strani. Poi ho capito che era tossicodipendente, ho provato ad aiutarlo per un periodo. Ma quando mi ha detto che a lui lo faceva stare bene e che non avrebbe smesso, ho deciso di chiudere. Io la mia vita, tu la tua». In totale sono stati 13 anni di matrimonio.

Da quel momento sono cominciate le violenze: «Mi pedinava, mi ha hackerato il profilo social, si presentava al lavoro, mi ha inseguito e io sono andata dai carabinieri a denunciarlo. Ogni settimana andavo in caserma per integrare la querela».

Un giorno era in macchina con sua madre e l’ex marito la sperona. «Non sono precipitata dalla scogliera solo per un miracolo». È arrivato il divieto di avvicinamento. Ma era «inutile, perché comunque il giudice gli permetteva di vedere i figli che vivevano con me». Un giorno l’uomo si è presentato con la mazza sotto casa. «Ma era lontano 100 metri, quindi non lo potevano arrestare», racconta. Fiorella vive nella paura: depressione e attacchi di panico.

Il 26 dicembre di 4 anni fa la donna guarda in faccia la morte. «Era in macchina con i bambini, quando io e mio padre stiamo rientrando a casa. Lui picchia mio padre e cerca di investire me con l’auto. Non so ancora nemmeno io come è che sono viva. Sono stata parecchio in ospedale». Spiccano la condanna, lui finisce dietro le sbarre. «Credevo che il carcere lo avrebbe cambiato. Invece è diventato peggio. Ora se la prende anche con mio figlio di 17 anni che comunque deve affrontare i suoi problemi. Io ho denunciato nuovamente e al momento è ai domiciliari».

Qualcuno le ha consigliato di andare via da Catania. Fiorella vive con i suoi genitori ma ha voglia di costruirsi un mondo tutto suo, suo e dei suoi bambini. «Non è giusto, non sono io quella che deve essere allontanata, alcune volte ci sentiamo abbandonati. Io ho paura del dopo. Però io ho denunciato dal primo giorno, non mi sono mai piegata, ma pare non bastare. Io chiedo solo di vivere la mia vita di donna e di madre e ho bisogno di aiuto».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA