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Incendio aeroporto, dopo due settimane è sempre peggio. I passeggeri: «Trattati come animali»

L’aumento graduale dei voli è sì un toccasana per il turismo e le vacanze estive, ma allo stesso tempo sta mettendo a dura prova la gestione e la tenuta dello scalo

Di Francesca Aglieri Rinella |

A due settimane esatte dal rogo che ha messo Ko l’aeroporto Fontanarossa e mandato in tilt per giorni il trasporto aereo in Sicilia è ancora la mancanza di informazioni a creare il caos e a scoraggiare i passeggeri.

Perché se da un lato la Sac, la società di gestione dello scalo catanese, si è immediatamente attivata con la bonifica del Terminal A per riportare la situazione alla normalità (l’obiettivo è quello di operare a breve 14 voli ogni ora da e per Catania) dall’altro l’aumento graduale dei voli è sì un toccasana per il turismo e le vacanze estive, ma allo stesso tempo sta mettendo a dura prova la gestione e la tenuta dello scalo.Basta fare un giro a Fontanarossa per incrociare gli sguardi smarriti, ma anche i volti corrucciati dei passeggeri lasciati per ore in coda sotto al sole in attesa che qualcuno li avvisi del volo in partenza (a voce con un megafono), senza assistenza e con informazioni scarse o nella maggior parte dei casi nulle.È di ieri la testimonianza di Francesco Borzì, medico in partenza con un volo programmato nel primo pomeriggio.

«Costretto a partire per impegni urgenti con destinazione Barcellona – spiega a La Sicilia – in aeroporto ho trovato il caos. Abbiamo vissuto momenti di panico con centinaia di persone ammassate sia dentro negli spazi allestiti per l’emergenza che fuori. Alle 14 di un pomeriggio di fine luglio, con le temperature di questi giorni, vi lascio immaginare. Trattati come animali». Borzì che di emergenze ne sa qualcosa – per essere stato il responsabile dell’hub per i vaccini e i tamponi Covid, all’ex Mercato Ortofrutticolo di via Forcile – non perdona.

«Non voglio peccare di presunzione – aggiunge – se dico a chi gestisce lo scalo che non è in questo modo che si affrontano i momenti di emergenza. Noi come hub, durante la pandemia, abbiamo gestito migliaia di cittadini, 30mila in via Forcile assistiti in maniera tranquilla e con tutte le precauzioni. Se lo facesse anche chi oggi è chiamato a gestire l’emergenza dell’aeroporto non saremmo a questo punto. Bambini, famiglie, persone anziane allo sbando senza assistenza e che non sanno dove andare. C’è l’emergenza? Serve trovare le soluzioni per una gestione meno caotica. E anche nel caso dell’aeroporto, come è stato per il Covid vista l’affluenza di utenti, le soluzioni sono innanzitutto di tipo logistico. I varchi prioritari, le file e gli addetti di scalo in mezzo alla gente. Come fanno ministri e presidenti a riunirsi e a dire che è tutto ok, quando poi c’è il caos. È inaccettabile per uno scalo che si definisce internazionale, si vergognino…».

Per il presidente della Regione Renato Schifani e per il vice presidente del Consiglio Antonio Tajani però la Sac ha «fatto buon lavoro in emergenza Catania».Ieri durante un incontro a Palermo per un’altra emergenza, quella degli incendi, Schifani e Tajani hanno raggiunto al telefono l’amministratore delegato società di gestione dello scalo di Catania, Nico Torrisi. È stata l’occasione – è stato sottolineato – per «dare un segnale di vicinanza da parte delle Istituzioni e per apprezzare il lavoro svolto sin qui per la gestione dell’emergenza, seguita al rogo che ha distrutto parte dello scalo e nel rispetto del cronoprogramma che porterà alla riapertura del terminal danneggiato già nei prossimi giorni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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