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Il dossier
In Sicilia 607 minori vittime di reati. L’incubo è tra le mura domestiche
Terre des Hommes: il genere femminile subisce il 62% dei casi, +17% di maltrattamenti
Bimbe malmenate, alcune volte violentate. E tante, troppe volte, gli orchi sono dentro casa. Il padre, lo zio, l’amico di famiglia. O addirittura il nuovo compagno della mamma. «Ci facciamo le coccole?». «Questo è il nostro piccolo segreto». «Non aver paura: è solo una dimostrazione d’affetto». Sono solo alcune frasi che si leggono nei fascicoli delle indagini sulle violenze avvenute tra le mura domestiche ai danni di ragazzine e bimbi.
I dati
I maltrattamenti contro familiari e conviventi è il reato più diffuso con vittime minorenni: 284 casi nel 2023, +17% dal 2022. La fotografia emerge dai dati, elaborati dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, che sono stati resi noti dalla Fondazione Terre de Hommes alla Camera dei Deputati in occasione della presentazione del Dossier indifesa.Nonostante si parli di un calo dell’1% lo scenario è tutt’altro che rassicurante. Sono stati 607 i reati a danno di minori commessi nel 2023 nel territorio siciliano Le vittime sono soprattutto femmine: precisamente nel 62% dei casi. Numeri agghiaccianti snocciolati proprio alla vigilia della giornata internazionale delle bambine che si è celebrata venerdì scorso (11 ottobre).
In aumento ci sono anche l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (25 casi, +4%), la sottrazione di persone incapaci (38 casi, +81%), la prostituzione minorile (da 1 caso nel 2022 a 4 nel 2023), la corruzione di minorenne (10 casi, raddoppiata dal 2022). In diminuzione invece la i violazione degli obblighi di assistenza familiare (59 casi, -38%), l’abbandono di persone minori o incapaci (-25%, 48 casi), la detenzione di materiale pornografico (-67%, 2 casi), la pornografia minorile (-24%, 13 casi), la violenza sessuale (-2%, 55 casi), gli atti sessuali con minorenne (32 casi, -16%), la violenza sessuale aggravata (-14%, 37 casi). L’anno scorso non si è registrato nessun caso di omicidio: nel 2022 erano stati, invece, uccisi tre fanciulli.
In Sicilia
Il quadro siciliano va rapportato a quello italiano: nel Paese ogni giorno, l’anno scorso, 19 minori sono stati vittime di un reato. Davvero troppi. In totale i casi sono stati 6.952. I trend sono allarmanti: i reati contro i minori sono lievitati del 35% in 10 anni e addirittura dell’89% dal 2006. Confermato a livello nazionale il fatto che il crimine più diffuso è quello dei maltrattamenti in famiglia: ben 2.843 casi, cresciuti del 6% dal 2022 e più che raddoppiati dal 2013. Il Dossier conferma che sono bimbe e ragazze ad essere colpite in misura superiore (61% dei casi). A far da leva sono gli stupri: a partire da violenza sessuale e violenza sessuale aggravata, che vedono rispettivamente l’89% e l’85% di vittime femminili, passando per gli atti sessuali con minorenni (il 79% sono femmine), detenzione di materiale pornografico e corruzione di minorenne ( il 78% sono bimbe), fino alla prostituzione e pornografia minorile ( le vittime sono al 64% bambine o ragazze). Le violenze sessuali si piazzano al secondo posto per diffusione in Italia: 912 casi (+1% dal 2022 ma +51% dal 2013). Diminuiscono, però, rispetto al 2022 i casi di violenza sessuale aggravata (645 casi, -7%), anche se confrontato sui dieci anni è il reato che ha avuto uno sbalzo più elevato (+73% dal 2013).Sono invece soprattutto maschi le vittime di omicidio volontario (67%), di abbandono di persone minori o incapaci (61%), di abuso dei mezzi di corruzione o di disciplina (59%) e di sottrazione di persone incapaci (55%). Parità (o quasi) di genere nei reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (50% per maschi e femmine) e di maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli (le vittime femminili sonoil 51%).Va evidenziato che il report è comunque frutto delle denunce. E quindi non va dimenticato il sommerso. Chissà quanti bimbi non trovano la forza di raccontare gli abusi di cui sono vittima, soprattutto se il carnefice è un familiare.
L’inversione di tendenza
Eppure il vicequestore della polizia di Stato, Eugenia Sepe, sottolinea un’inversione di tendenza in questo senso: «I dati dimostrano un incremento delle denunce da parte delle vittime. Ciò significa che le azioni intraprese dalle forze di polizia sul fronte delle campagne di informazione, tese a scardinare gli ostacoli di carattere socioculturale che hanno alimentato ed alimentano ancora le violenze e gli abusi sui minori, stanno producendo risultati che confermano il rapporto di fiducia instaurato con le vittime. Un risultato, tuttavia, che non distoglie il nostro sguardo dal “numero oscuro” di casi non denunciati e da tutti quei delitti che si consumano nel “mondo virtuale” dove i minori sono sempre più esposti ed indifesi».Ma per Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes si deve intervenire sulle famiglie. Che da rifugio si stanno trasformando in trappole. «Due fattori – dichiara Ferrara – che devono farci riflettere, emergono dagli ultimi dati dei reati sui minori. In primo luogo l’immagine della famiglia come luogo sicuro e accogliente, come nido in cui i bambini possono crescere per imparare a spiccare il volo, mostra più di una crepa e chiama in causa tutti i nostri sforzi affinché i genitori non debbano affrontare in solitudine una fragilità che appare sempre più evidente. In secondo luogo, la violenza, soprattutto quella fisica, continua a consumarsi in maggioranza sul corpo delle bambine e delle ragazze e questo, non ci stancheremo mai di dirlo, costringe tutti noi a non mollare la presa su una battaglia culturale, per superare la struttura patriarcale e creare una società più inclusiva, che è ancora lontana dal produrre i cambiamenti sperati».