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I colpi di pistola, la fuga, il fermo: la sparatoria di Nesima e la casa contesa

In attesa dell'udienza di convalida davanti al Gip, emergono nuovi particolari sulla dinamica. La morte dell'albanese asggrava la posizione dell'indagato

Di Laura Distefano |

Il rompicapo sulla sparatoria avvenuta venerdì scorso intorno alle 13 al civico 10 in via Santo Cantone, a Catania, non è stato ancora risolto. Nonostante la Procura etnea abbia emesso un decreto di fermo nei confronti del 27enne Giovanni Di Benedetto, eseguito sabato pomeriggio dalla Squadra Mobile dopo che l’indagato si è costituito in via Ventimiglia accompagnato dall’avvocato Dario La Monica, gli interrogativi rimasti senza risposta sono davvero tanti.

Il cortiletto del palazzo Iacp, dove è caduta precipitando dal secondo piano una delle vittime, è ancora sotto sequestro giudiziario (come dimostra il cartello appeso ancora stamattina). Chi ha sparato – l’arma è stata trovata nella scena del crimine e ora è in mano ai poliziotti della Scientifica – ha ferito due persone, il 27enne albanese – morto nel pomeriggio di lunedì al Garibaldi Centro – e il 43enne catanese – che venerdì pomeriggio è stato interrogato dagli agenti. I due sono arrivati assieme nell’appartamento. Di Benedetto a seguito degli spari sarebbe fuggito. Ma è rimasto nascosto appena 24 ore.

Il racconto

Ed è partendo proprio dal suo racconto (“ero lì per un sopralluogo di lavoro”) e da alcuni riscontri arrivati dalle analisi degli impianti di videosorveglianza della zona che si è arrivati a identificare il sospettato. Che sapendo di essere ricercato ha deciso di presentarsi spontaneamente. Tanto sarebbe stata solo “questione di ore”. “Non ho ancora ricevuto l’avviso per la convalida”, dice in maniera stringata il difensore. Con molta probabilità l’udienza si terrà tra domani e mercoledì. E in quella sede la pm Martina Bonfiglio, che coordina le delicate indagini, chiederà sicuramente al gip l’emissione di un’ordinanza nei confronti del giovane.

L’occupazione abusiva

Un alterco quindi per questioni economiche avrebbe scatenato prima la lite e poi gli spari? Un altro tassello non chiaro. La questione dell’occupazione abusiva della casa è ancora sullo sfondo. E potrebbe essere che qualcuno ha voluto conto e ragione di quell’invasione nell’abitazione vuota da cinque anni, cioè da quando l’anziana assegnataria dell’alloggio popolare è deceduta. E può anche essere che non sia stato chi ha sparato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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