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l'allarme
Castello Ursino a Catania, così i ricorsi mettono a rischio 7,8 milioni
I lavori di riqualificazione: a causa di alcuni contenziosi bloccati i fondi del “Patto per Catania”
Perché tanta fretta nella pedonalizzazione di piazza Federico di Svevia e – dall’altra parte – la prudenza nell’assegnazione, neanche in autotutela considerato il contenzioso in corso, dei lavori di riqualificazione del Castello Ursino? Il comune denominatore in fondo dovrebbe essere “non perdere i fondi” e sempre nel supremo interesse della città. Fondi che nel caso del Castello sono ricondotti all’ormai famoso “Patto per Catania”, di cui si sente vaneggiare ormai da anni e che, se pur rimodulati, sono arrivati ormai all’ultima chance di utilizzo, pena la loro perdita. Ma ci sono anche i nuovi fondi “Pon metro Plus” della programmazione 2021/27, legati all’intervento di riqualificazione della piazza Federico di Svevia e vie limitrofe, però discutibilmente bloccati da dicembre 2023 per il mancato rinnovo dell’autorità di gestione del Dipartimento Coesione da parte del governo nazionale.
Il maniero e il piano delle opere pubbliche
Iniziamo dal maniero: nel piano triennale opere pubbliche 2024/26 del Comune è inserita la “riqualificazione del museo civico Castello Ursino” per 4 milioni nel 2024 e 3,88 milioni nel 2025. Totale, 7,88 milioni. Lavori attesi da anni che porterebbero il castello a numeri ben diversi dal record finora stabilito nel 2024, lo scorso 25 aprile con 1.302 ingressi. Numero positivo, ma non da grande città turistica come Catania ambisce a essere. Leggendo i commenti degli utenti sui social si denota come la struttura, pur apprezzata, abbia certamente bisogno di un restyling, un nuovo impianto di climatizzazione, spazi adeguati a ricevere l’utenza e anche al ristoro. Insomma, come dovrebbe essere un vero e proprio museo da grandi numeri. Ebbene: è almeno dal 2022 che si parla dell’intervento, come detto finanziato con i fondi del “Patto per Catania” e la gara, espletata dall’Urega (ufficio regionale espletamento gare appalto) era stata aggiudicata a gennaio 2023, più di un anno fa. Ad aver bloccato l’intervento sono poi stati diversi ricorsi di alcune ditte partecipanti e l’udienza decisiva, inizialmente fissata al 18 settembre, è stata anticipata al 27 giugno dinanzi al Cga (consiglio di giustizia amministrativa). Una anticipazione richiesta dal Comune con nota prot. 148756 del 29 marzo 2024, motivata da ragioni di urgenza “che spingono l’amministrazione a provvedere alla consegna dei lavori entro il 15 luglio 2024, dovendo questi essere ultimati non oltre il 31 dicembre 2026. Il mancato rispetto dei termini comporterebbe la perdita del finanziamento con inevitabili conseguenze erariali”. “Dopo la sentenza dovremo decidere”, filtra dal Comune. Sperando non sia tardi.
E la pedonalizzazione?
Non va meglio nel caso della pedonalizzazione. Era stato il sindaco Enrico Trantino lunedì 22 aprile, in occasione dell’incontro con commercianti e residenti a dire esplicitamente «abbiamo un problema di tempi nell’utilizzo dei fondi». Poi aggiungendo «vanno organizzati e pianificati gli eventi» e di fatto accelerando il processo di pedonalizzazione «in maniera sperimentale fino alla fine dell’estate». La delibera di giunta su piazza Federico di Svevia era stata rimandata subordinandola al confronto con le parti interessate e a subito dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2024/26, avvenuta giovedì. Non sappiamo se il sindaco si riferisse alla voce inserita nel piano triennale sui 4,2 i milioni di euro destinati “all’intervento di riqualificazione e miglioramento accessibilità turistica e della vivibilità di piazza Castello Ursino e aree limitrofe”, suddivisi in un milione per il 2024, 2,3 milioni per il 2025 e 900 mila euro nel 2026. Di certo una pedonalizzazione senza riqualificazione avrebbe poco senso, tanto più che, come abbiamo anticipato all’inizio, per ora i fondi sono bloccati. Da domani, quindi, ogni giorno sarà valido perché la delibera della pedonalizzazione venga approvata dalla giunta e si dia il via a quello che potrebbe essere un punto di non ritorno. Forse. Perché nel frattempo gli stessi commercianti e residenti stanno raccogliendo le firme per presentare pubblicamente una loro nuova “variante al piano del Comune, non ritenuto accettabile. Non nei modi, nei tempi e comunque senza la concertazione che ci era stata assicurata”. La partita dunque non è ancora chiusa.