Il supercalcolo, o Hpc (acronimo di High performance computing), può avere un ruolo cruciale anche per piccole e medie imprese e amministrazioni pubbliche. Si tratta di risorse computazionali avanzate e potentissime, che gestiscono immense quantità di dati (i cosiddetti “Big Data”) e possono aprire le porte a nuove frontiere nell’intelligenza artificiale, nell’analisi dei dati e in altri campi ad alta intensità computazionale. Di queste opportunità, da cogliere soprattutto al Sud e in Sicilia, si è parlato ieri in una conferenza all’Università di Catania organizzata dall’Osservatorio sulle tendenze e le applicazioni del Supercalcolo, progetto del Icsc, il Centro Nazionale per la Ricerca in supercalcolo, big data e quantum computing e realizzato da Ifab (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development). All’evento hanno dato il patrocinio l’Università di Catania, la Regione Sicilia, il Comune di Catania e l’Inaf di Catania. Presenti all’incontro, oltre ad alcuni dei massimi studiosi ed esperti del settore a livello italiano e internazionale, anche alcune aziende locali che hanno già intrapreso l’aggiornamento a queste tecnologie.
Futures Platform prevede che la domanda di servizi di Supercalcolo aumenterà di un fattore pari o superiore a 10 entro il 2030. Questa crescita creerà opportunità significative per le aziende che sapranno utilizzare questi strumenti. Sempre al 2030 peraltro si prevede che il mercato di applicazioni dell’HPC vedrà la crescita maggiore nell’ambito salute.
«Gli eventi promossi da Icsc attraverso il proprio Osservatorio, come quello previsto per giovedì 24 ottobre a Catania, hanno l’obiettivo di facilitare il dialogo tra il mondo della ricerca e il sistema imprenditoriale, favorendo un trasferimento tecnologico sostenibile e accessibile a tutte le realtà economiche, dalle grandi aziende alle Pmi. Queste iniziative sono pensate per potenziare la competitività delle imprese, offrendo loro strumenti fondamentali come l’accesso a risorse avanzate di calcolo e di analisi dei dati, elementi cruciali per affrontare con successo la transizione digitale. Attraverso queste azioni, Icsc mira a consolidare il proprio ruolo strategico a livello nazionale perseguendo la missione di costruire un ecosistema attrattivo e inclusivo che supporti sia la comunità scientifica che quella industriale», commenta Daniela Gabellini – direttore generale della Fondazione Icsc.
Dice Eleonora Barelli, project manager Ifab e Principal Investigator Icsc «in Ifab partecipiamo a diversi progetti di ricerca applicata portando la voce delle aziende del network che altrimenti faticherebbero ad accedere alla potenza di calcolo. La strada da fare è tanta: attualmente solo il 6% delle aziende in Italia usa una soluzione di intelligenza artificiale e l’8% dichiara di analizzare Big Data. Due percentuali al disotto della pur bassa media europea. Per entrambe l’Ue chiede che il 75% delle aziende arrivino ad utilizzare tali tecnologie entro il 2030. Siamo posizionati benissimo in termini di infrastruttura e in Italia si stanno facendo investimenti senza precedenti; siamo ben posizionati anche sulle competenze di digitalizzazione di base delle PMI come per esempio l’utilizzo della fatturazione elettronica (tre volte la media europea maggiore in Italia) e l’utilizzo di gestionali, mentre facciamo fatica sulle competenze digitali avanzati: utilizzo di cloud, intelligenza artificiale e analisi dati».
Gli interventi sono stati incentrati soprattutto sulle aree di ricerca e di imprenditorialità virtuose in Sicilia e nel territorio catanese, quali l’astrofisica e la medicina computazionale. Nel campo dell’astrofisica il capoluogo etneo può contare su una risorsa come l’Osservatorio dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica), dotato di tecnologie all’avanguardia, che può essere il perno per fornire opportunità di sviluppo a giovani imprese. All’evento sono intervenute in particolare le aziende Koexai e Intellisync, operanti nel cloud computing (sviluppo applicazioni e archiviazione dati) e nella cybersicurezza, che si sono aggiudicate un bando dell’Icsc.
Le tecnologie basate sull’Hpc e sulla gestione di Big Data sono strumenti particolarmente rilevanti per modellare i complessi sistemi dinamici studiati oggi in astrofisica, fisica astro-particellare e cosmologia. Il loro utilizzo è necessario per la maggior parte delle attività, dalla riduzione e analisi dei dati fino all’interpretazione e al confronto con le previsioni teoriche, comprese le simulazioni e la modellazione teorica. «Le simulazioni e lo studio della grande mole di dati attesi dai più grandi esperimenti al mondo (tra cui Ska, ta , l’Osservatorio Vera Rubin ecc) a cui l’ Astrofisica Italiana partecipa, rendono indispensabili l’utilizzo di tecnologie basate Hpc e strumenti innovativi basate sull’AI per l’analisi del Big Data, per mantenere le posizioni di leadership nel panorama mondiale della nostra comunità», commenta Ugo Becciani dirigente tecnologo Inaf e leader dello Spoke 3 “Astrophysics and Cosmos Observations” di ICSC.
Anche la ricerca in campo medico si avvale sempre di più del supercalcolo. «La medicina in silico è una rivoluzione che sta trasformando la ricerca e lo sviluppo di nuovi trattamenti, grazie alla capacità di simulare virtualmente il comportamento del corpo umano e delle malattie. L’impiego del supercalcolo apre scenari innovativi per la medicina personalizzata, riducendo i tempi di sviluppo dei farmaci e migliorando la precisione degli interventi terapeutici» dichiara Francesco Pappalardo, professore ordinario dell’Università di Catania e co-leader dello Spoke 8 “In Silico medicine and Omics Data” di Icsc.
Dalla stessa Università sono nate come spin-off alcune imprese promettenti a questo proposito. Un esempio è rappresentato da Nacture che si dedica allo sviluppo, produzione e commercializzazione di una gamma di sostanze biologicamente attive. derivate da fonti batteriche e vegetali. Altra impresa emergente è Mimesis che offre all’industria biomedicale e alle aziende farmaceutiche soluzioni di medicina in silico. Attraverso l’uso di modelli computazionali si riproduce il comportamento del sistema immunitario, simulandone le risposte sia in presenza di gravi patologie, sia in presenza di terapie farmacologiche.
Molto ricettivo alle opportunità dell’intelligenza artificiale è anche un Ospedale pubblico come il Cannizzaro di Catania, punto di riferimento regionale per l’emergenza-urgenza. L’azienda ospedaliera, come spiegato ieri da Davide Maimone, direttore dell’Unità operativa complessa di Neurologia, è sede di strutture di alta specializzazione, con dotazioni di tecnologie diagnostico-terapeutiche avanzate e innovative e ha già introdotto, tra i primi in Italia, l’intelligenza artificiale nei suoi canali di comunicazione. Ora l’utilizzo della medicina in silico potrà riguardare la personalizzazione della diagnosi, grazie alle tecnologie che consentono di creare modelli in grado di assistere nella diagnosi e di simulare l’effetto delle terapie disponibili, favorendo l’accesso alle cure mediche con significativi vantaggi sia economici sia qualitativi.