il seminario
Barbagallo mette in guardia: «Prepararsi alle future siccità»
«Occorre prepararsi alle future e certe siccità». Perentorio l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, nel suo intervento dopo la tavola rotonda sull’agrumicoltura biologica, inserita nel seminario «Strategie di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico applicate all’agroecosistema agrumicolo-biologico nel Mediterraneo», tenuto ad Acireale su iniziativa del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, del Distretto agrumi di Sicilia e del Ciheam di Bari.
L’esponente del Governo regionale ha richiamato una serie di dati, anche di carattere statistico, che hanno interessato sin qui la Sicilia: 6 eventi siccitosi in 60 anni. Il passaggio di maggiore interesse è stato quello che ha riguardato l’attesa riforma dei consorzi di bonifica, quella che dovrebbe ridurre il numero da 11 a 4 e che pare destinata ad arrivare al giudizio dell’aula dell’Assemblea regionale siciliana entro un mese. La “road map” prevede la costituzione di 4 nuovi consorzi di bonifica liberati da tutti i debiti, così che possano partire da zero sotto il profilo economico, senza zavorre di carattere finanziario, insomma.
«L’obiettivo – ha spiegato l’assessore Barbagallo – è quello di inserire alcune aree in un meccanismo di gestione idrica; un iter che si prevede lungo, ma è già tracciato». Un percorso virtuoso quello avviato di recente e proseguito dallo stesso assessore Barbagallo, destinato a coinvolgere anche i sindaci. Con specifico riferimento all’area etnea, Barbagallo ha annunciato che mira ad allargare anche il perimetro del consorzio, attraverso una progettazione che prevede la costituzione di una rete essenziale, anche antincendio.
«Chi prende le acque dal Consorzio – ha sottolineato l’assessore regionale – pagherà meno». Quindi, l’argomento contributi. “Ne abbiamo già dati – ha affermato Barbagallo – e stiamo continuando su questa direzione. Mi riferisco ai 20 milioni per i voucher “fieno”, ai 30 per i produttori di grano che non hanno potuto eseguire il raccolto e stiamo venendo incontro alle esigenze degli apicoltori. Le api sono fondamentali per alcuni processi, a cominciare dall’impollinazione, e per mantenere un equilibrio».
Legittima, infine, la soddisfazione per avere rimesso in funzione, dopo ben 6 anni, il lago di Lentini. «Non ho interesse a tagliare nastri – ha concluso Barbagallo – ma punto su opere, come gli interventi relativi al torrente Martello per fare arrivare acqua al lago di Ancipa». Argomenti, quelli affrontati dall’assessore regionale all’Agricoltura, strettamente collegati alle problematiche emerse nel corso della tavola rotonda coordinata da Federica Argentati, presidente del Distretto produttivo “Agrumi di Sicilia”, alla quale hanno partecipato Giuseppe Pasciuta, Renato Maugeri, Biagio Pulvirenti, Salvo Cacciola, Salvatore Marino e Francesco Leotta. «La produzione biologica – ha osservato il presidente Argentati – rappresenta un pilastro fondamentale, non solo per la tutela dell’ambiente, ma anche per la salute del consumatore. La Sicilia è una delle regioni italiane che ha investito maggiormente nel biologico, grazie alla sua straordinaria biodiversità. L’Isola ha già raggiunto l’obiettivo del 25% di superficie agricola utilizzata per il biologico, fissato dal Green Deal per il 2030. Tuttavia, nonostante questo successo sul piano produttivo, i consumi di prodotti bio in Sicilia sono tra i più bassi d’Italia. Inoltre, la Sicilia è una delle ultime regioni per quanto riguarda l’uso di prodotti biologici nella ristorazione collettiva pubblica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA