Stefano Mei rimane in carica come presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera. Una meritata e scontata per l’ex fondista azzurro unico candidato e reduce da un quadriennio pieno di successi. L’atletica italiana conferma così la piena fiducia a Stefano Mei, rieletto presidente della per il secondo mandato, fino al 2028. Oggi Stefano Meni nell’assemblea elettiva di Fiuggi ha ottenuto il 72,47% totalizzando 36120 voti.
“Farò di tutto perché l’atletica vada avanti unita e più compatta possibile”, le prime parole di Stefano Mei, 61 anni, campione d’Europa dei 10.000 metri a Stoccarda nel 1986 (davanti ad Alberto Cova e al grande Totò Antibo ndr.), può dunque proseguire il proprio percorso alla guida della Fidal iniziato nel 2021. Al suo fianco una squadra molto solida: tutti i componenti eletti nel nuovo Consiglio federale (12 su 12) erano infatti candidati a supporto di Mei e del gruppo farà parte anche il palermitano Totò Gebbia, attuale presidente della Fidal Sicilia.
La più votata è stata l’ex velocista azzurra della velocità Manuela Levorato (24686 voti), a seguire Alessio Piscini (24298), Simone Rocchetti (23391), Alberto Milardi (23344), Salvatore Gebbia (21985), Alessandra Palombo (21887), Matteo Redolfi (16580) e Maurizio Affò (15741), in quota atleti Carlo Cantales (147) e l’ex martellista azzurra Ester Balassini (56), in quota tecnici Domenico Di Molfetta (113) e l’ex giavellottista azzurra Zahra Bani (71). Carlo Cinotti eletto presidente del Collegio dei revisori dei conti (34081 voti).
Nel suo intervento per presentare il programma dei prossimi quattro anni, il presidente Mei ha toccato tanti temi tra cui l’obiettivo dei 400mila tesserati, l’incremento della quota di autofinanziamento attraverso l’ingresso di nuovi sponsor, il sostegno al territorio e ai giovani, la formazione dei tecnici, la ristrutturazione della Runcard, la crescita dei meeting italiani sul modello del Golden Gala.
“Cercherò di essere costruttore di ponti – le parole di Mei – e ringrazio principalmente le società che sono venute in gran numero, nonostante una data strana per tanti. Ma questa data serviva perché il Consiglio federale potesse cominciare a lavorare già da domani, per cambiare tutto quello che c’è da cambiare, in termini di sedi, di regolamenti, di competizioni”.