Akragas nel caos: l'”ammutinamento”, il (non) ruolo del ds Cammarata e Rigoli che sbatte la porta e se ne va

Di Fabio Russello / 08 Ottobre 2024

Ribaltone all’Akragas. Pino Rigoli, il tecnico amatissimo dalla piazza, si è dimesso con il club che è intenzionato a richiamare il tecnico esonerato due partite fa e cioè Lillo Bonfatto (e domani, mercoledì, ci sarà l’ufficializzazione).

Ma che cosa è successo dopo il ko su rigore di Barcellona Pozzo di Gotto che ha spinto il tecnico messinese, amatissimo dalla piazza, a lasciare la panchina?

L’ammutinamento

Lasicilia.it è in grado di ricostruire l’accaduto. I senatori della squadra – di sicuro Grillo e Rechichi, ma anche qualche calciatore nuovo ma di “spessore” nello spogliatoio come Lo Faso – subito dopo la sconfitta di Barcellona contro l’Igea Virtus hanno chiesto al tecnico qualche modifica nello scacchiere tattico. L’Akragas di Bonfatto è nata per giocare con il palleggio, quella di Rigoli intendeva sfruttare le ripartenze. Confronto senza la presenza del ds che dovrebbe essere il collante tra squadra e allenatore.

Per dire: Lo Faso che con Bonfatto giocava molto avanti, da esterno alto e a volte pure da falso nueve con Rigoli ha giocato sulla linea dei centrocampisti (togliendo il posto ad esempio a Meola). Rechichi è stato schierato esterno basso di destra.

Sembra che alcuni giocatori abbiano addirittura lasciato intendere che in mancanza di garanzie tecniche – non sul posto da titolare ma sul sistema di gioco – di essere pronti a rescindere il contratto.

Pino Rigoli, che è uomo di esperienza e conosce uomini e cose, ha così deciso di andarsene: si gioca come dico io che sono l’allenatore oppure me ne vado. Non essendoci stato – ci poteva essere? – dunque alcun accordo con la squadra, alla fine il club non ha potuto fare altro che assistere all’addio di Rigoli e a preparare il ritorno di Bonfatto che sarà in panchina con la capolista Scafatese domenica all’Esseneto.

Resta però il fatto di una squadra costruita, almeno sulla carta, con buoni nomi e di categoria ma che ha una pecca che rischia di essere decisiva per il campionato: l’Akragas non ha un attaccante di categoria.

Il minimo comun denominatore

Fin qui la cronaca di quanto accaduto e che ha diverse conferme. Ma è anche il tempo delle riflessioni: se Dario Scozzari – direttore sportivo stimatissimo nell’ambiente – dopo pochi giorni se ne va per divergenze con l’attuale ds Giuseppe Cammarata e se Pino Rigoli se ne va dopo dopo che di fronte ad un “ammutinamento” dei senatori, lo stesso ds Cammarata fa da spalla ai giocatori delegittimando il tecnico, siamo sicuri che il problema sia l’allenatore? In una società seria che ha in panchina quel tecnico da due due partite, se i giocatori “mugugnano” la prima cosa che si fa è dare forza al tecnico e non al giocatore che non ama il ruolo che gli è stato assegnato. A proposito: Pino Rigoli ha dato le dimissioni e ha firmato le liberatorie. Torna Bonfatto che subito dopo l’esonero aveva parlato di “richieste tecniche non esaudite dal ds”.

Se non si svolta – se necessario anche liberando il gruppo squadra da chi non intende il suo passaggio ad Agrigento come meritevole di sacrifici – l’Akragas rischia seriamente. Giuseppe Deni, patron generoso è legato a Giuseppe Cammarata da rapporti che vanno ben al di là dell’Akragas: sono amici da molti anni e soci in affari. E quindi è pressoché impossibile che faccia quello che ha fatto solo quando l’Akragas vinse il campionato di Eccelleze e cioè cambiare ds. Occhio perchè il campionato non è quello dello scorso anno con le calabresi già retrocesse a metà campionato. Mala tempora currunt.

Pubblicato da:
Fabio Russello