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Agrigento, inaugurato centro semiresidenziale per il trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione Metabolè

È operativo nella Cittadella sanitaria dell’Asp, dopo aver lasciato i locali del San Giovanni di Dio occupati per anni

Di Rita Baio |

L’esterno del padiglione è in conci di tufo. All’interno vi sono ampi spazi colorati secondo i colori tipici dei disturbi alimentari, quindi lilla e tonalità calde, per le attività laboratoriali, perfino una cucina professionale per la preparazione dei pasti. L’area esterna gode di una vista panoramica mozzafiato e di un giardino curato dove, nel corso della cerimonia di inaugurazione, sono stati piantumati un albero di ulivo e un mandorlo mentre Angelo Cinquemani, addetto stampa dell’Asp, ne spiegava i collegamenti con i disturbi alimentari. È il Metabolè, centro semiresidenziale per il trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che adesso è operativo alla Cittadella sanitaria dell’Asp, dopo aver lasciato i locali del San Giovanni di Dio occupati per anni. Tutto ebbe inizio circa un anno e mezzo addietro, quando Leonardo Giordano, direttore del dipartimento di Salute mentale, al quale fa capo il Metabolè, chiese all’allora governance dell’Asp “spazi adeguati allo svolgimento di attività laboratoriali e di pasto assistito”. In quella circostanza, Mario Zappia, già commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, destinò al Centro la struttura acquisita dall’Asp a seguito della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo (precedentemente in uso all’associazione Casa della speranza). Individuati i locali, cominciarono immediatamente le opere di restyling, l’acquisto delle attrezzature e del mobilio oltre, ovviamente, alle procedure di reclutamento del personale. Ieri la nuova struttura è stata inaugurata nel corso di una cerimonia presenziata dai vertici dell’Asp e dalle autorità cominciata nella chiesetta della Cittadella della Salute. Agrigento, dopo Messina, diventa la seconda provincia siciliana a disporre di un Centro semiresidenziale per il trattamento dei disturbi alimentari. E non è roba da poco, considerato che anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata e disturbo evitante dell’assunzione di cibo, interessano una fetta della popolazione tra minori e adulti.

“Questo – spiega Angela Bruno, responsabile del Metabolè che nel progetto ha investito sé stessa – è il luogo della salute perché accanto ci sono tanti servizi: la Neuropsichiatria, il Consultorio, la Salute mentale, il Distretto sanitario di base, … Gli spazi, adesso, sono più ampi e abbiamo diverse attrezzature, tra le quali la cucina per la preparazione del pasto assistito e dei laboratori. Ai servizi già erogati dal Metabolè, quindi, si aggiunge il pasto assistito, fulcro della terapia”.

Quali sono le modalità di accesso?

“Il Centro sarà a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 18 – prosegue Angela Bruno – Faremo la selezione dei pazienti per la valutazione dei criteri di appropriatezza richiesti per il transito dall’ambulatorio al semiresidenziale. Il paziente potrà venire ogni giorno o tre volte alla settimana, a seconda dei bisogni, e la giornata sarà scandita da diverse attività”.

“Il Centro sarà operativo dal 1° ottobre prossimo – afferma Leonardo Giordano – si tratta di un Centro semiresidenziale, uno dei pochi presenti sul territorio regionale, che si prenderà cura di dieci pazienti i quali potranno avvalersi del sostegno dello psicoterapeuta e della consulenza di diversi specialisti: nutrizionisti, biologi, specialisti in Medicina interna”.

Particolarmente soddisfatto il direttore generale dell’Asp, Giuseppe Capodieci, che non intende fermarsi al Centro semiresidenziale ma guarda oltre: “Se riuscissimo – dichiara – a individuare una struttura anche per i posti letto, potremmo chiedere l’autorizzazione e far diventare il Centro una struttura residenziale”. E aggiunge: “I disturbi dell’alimentazione sono in continuo aumento, in una società nella quale il culto del corpo, a volte, ha affetti collaterali con problemi di disturbi alimentari. Il continuo aumento del numero di pazienti ci ha indotto a dedicare uno dei padiglioni, per il quale ho trovato i lavori iniziati, alla cura dei disordini alimentari. E siccome si parla dell’ex struttura manicomiale, abbiamo voluto percorrere una sorta di tuffo nel passato partendo da un luogo di sofferenza verso un posto di rinascita. Speriamo che un ambiente sereno possa aiutare i pazienti a recuperare la voglia di vivere”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA