Aeroporto di Catania, Nico Torrisi: «Ecco perché Sac non ha responsabilità»

Di Concetto Mannisi / 01 Agosto 2023

«Va bene, parlo». Sembra una resa, ma non lo è. Perché l’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi, coglie l’occasione che gli viene prospettata anche per rispondere agli attacchi di chi da giorni ne chiede la testa, provando a fare chiarezza, nel contempo e limitatamente a quel che gli compete («al resto penserà la magistratura», afferma), su tutto ciò che è accaduto da quella maledetta domenica del 16 luglio, che tanto è costata in termini economici, di immagine, ma anche di pazienza, a Catania e ai catanesi.
Torrisi, cosa succede?
«Succede che stiamo gestendo un’emergenza per la quale non ci sentiamo responsabili e per la quale, comunque, sentiamo il dovere di intervenire al fine di alleviare i disagi dei passeggeri».


Che da quindici giorni si sono ritrovati in un incubo.
«Ne siamo consapevoli ma vi posso garantire che, a tutti i livelli, abbiamo operato con l’obiettivo di superare questo momento di crisi. Con il supporto dell’assessore regionale alle Infrastrutture Aricò – ma a nostre spese – abbiamo programmato 700 corse verso gli aeroporti di Comiso, Trapani e Palermo che ci hanno aiutati in queste due settimane. La stessa Protezione civile lavora instancabilmente garantendo acqua a chi sta in fila, magari arrivando ben prima – per paura – rispetto all’orario previsto. Detto questo e senza volere creare illusioni, confermo che giorno 2 (domani, ndc) verrà consegnato dall’Aeronautica militare il piccolo terminal refrigerato, fra il B e il C, che ci consentirà di portare a 14 in un’ora, dai 10 attuali, i voli da e per Catania. Poi, visto che gli esiti delle analisi nell’area partenze, quel giorno invasa dal fumo, ad oggi sono estremamente positive, spero di poter riportare in brevissimo l’aerostazione a regime. Quando? Io vorrei un secondo dopo lo sta bene dei tecnici ma comprendo che bisognerà attendere le autorizzazioni di Arpa, Spresal, Enac e Vigili del fuoco, poi dipenderà anche dalle compagnie».


Se si parla di vigili del fuoco inevitabile il rimando a quella sera e a tutto quello che non ha funzionato.
«Non spetta a me dire quello che non ha funzionato ma posso dire quello che ha funzionato: i rilevatori di fumo sono entrati in azione perfettamente e l’allarme è scattato in tempo reale».
Non la Naspi.
«Ma nessuno ci obbliga a dotarci di questo sistema, che può spegnere l’incendio ma risultare letale per le persone in caso della presenza di fili scoperti. Per il resto, di estintori ce ne sono in abbondanza e facilmente a disposizione di tutti, mentre posso dire che la manichetta che qualcuno diceva essere difettosa è poi risultata funzionante già in occasione dell’immediato intervento dei vigili del fuoco di via Cesare Beccaria, che ringrazio, i quali hanno collegato le loro pompe al nostro impianto. Funzionante».
«Il fatto che sia stata sequestrata dalla Procura, che ringrazio allo stesso modo – prosegue Torrisi – un’area di 80 metri quadrati su 35 mila dello scalo e che non sono stati sequestrati estintori, manichette o idranti credo la dica lunga in tal senso».


Forse se il personale antincendio fosse arrivato in maniera più tempestiva e fosse stato più preparato i danni sarebbero stati ancor meno rilevanti.
«Il personale è arrivato tempestivamente ma il fumo che si stava sviluppando e che poi si è incanalato verso alcune aree impediva un intervento risolutivo, come quello che hanno tentato pure dei poliziotti. Alla fine si è pensato di far evacuare i passeggeri, verso l’esterno e verso la pista, e pur nella considerazione che nell’emergenza si corrono dei rischi, beh, posso dire che alla fine il piano di evacuazione ha funzionato e non si è fatto male nessuno».


A proposito di piani e di emergenze, il Certificato prevenzione incendi e il Piano di emergenza risultano datati.
«Siano perfettamente in regola. Attraverso ben due decreti “Milleproroghe” è stata data l’opportunità agli enti preposti ai controlli e finalizzati all’aggiornamento del piano di rapportarsi con Sac in tempi diversi rispetto a quelli previsti. Il nostro piano scadrà nel 2023».
Ci spiega, comunque, per quale motivo a fronte di un allarme scattato alle 23,20, in un aeroporto, l’intervento risolutivo dei vigili del fuoco arriva quasi venti minuti dopo e col distaccamento Fontanarossa a un passo?
«Questo è lavoro della magistratura. In compenso posso dirvi che l’incendio dei cavi “sotterranei” è di oltre dieci ore dopo. Ora non ci resta che attendere i riscontri dei periti nominati».


Le si contesta che a fronte di un aumento importante di passeggeri le strutture siano sempre le stesse.
«Non è un problema di strutture, bensì di spazi. Per questo puntavamo, dopo avere preso atto dell’impossibilità di ristrutturare il Terminal B, di realizzarne uno nuovo. Purtroppo anche in questo caso siamo in attesa di specifiche autorizzazioni».
Ma lei davvero, come ad di Sac, pensa di essere esente da responsabilità in questo caos?
«Io per questo aeroporto sto lavorando notte e giorno, affiancato da uno staff e da tutto il personale che, comprendendo la situazione, dimostra una abnegazione e una pazienza davvero fuori dalla norma. Non per nulla sono arrivate le parole di apprezzamento di Schifani, di Salvini, di Crosetto e l’appoggio di Enac ed Enav. Purtroppo capisco che si è scatenata la caccia all’uomo, a prescindere dalle responsabilità vere o presunte. C’è chi è deputato a chiarire ogni cosa: aspetto…».

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Pubblicato da:
Ombretta Grasso