Le “minne di Sant’Agata”, il tradizionale dolce legata al culto della Patrona di Catania sono finite sul New York Times che ne ha raccontato le origini e la leggenda legata al martirio della Santa: respinse (siamo nel III secolo dopo Cristo) le avances del prefetto pagano Quinziano che per rappresaglia le fece tagliare i seni. Lei fu guarita da San Pietro, ma Agata morì dopo che sempre Quinziano ordinò che fosse bruciata avvolta nel velo rosso.
E quando l’Etna dopo qualche mese eruttò i catanesi recuperano quel velo che si era salvato dal rogo e che nel corso di una processione fermò la lava salvando la città. E il prestigioso quotidiano newyorkese racconta della Festa di Sant’Agata e delle centinaia di migliaia di fedeli che si recano a Catania per ricordare il prodigio mangiando, appunto, le minne di Sant’Agata. Dolci che nella Grande Mela sembrano piuttosto apprezzati. «Penso – la dichiarazione è riportata da cucinaitaliana.it – che siano piuttosto comiche, anche se la storia non lo è», ha detto Sarah Hardy dello studio di dolci londinese Hebe Konditori, che ha assaggiato per la prima volta le Minne di Sant’Agata durante una vacanza in Italia e ha preparato un dessert ispirato alle minne di Sant’Agata: «C’è qualcosa di umoristico nelle torte a forma di parti del corpo».
Ma a New York chi osserva le tendenze e la moda sostiene che la religione c’entri ben poco. Piuttosto è la forma che incuriosisce e non è infatti un caso che i seni compaiano ormai quasi abitualmente su cuscini e in bassorilievi su vasi e tazze di ceramica.