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I conti in rosso della Regione siciliana, mannaia da 260 milioni: ecco chi perderà i fondi

Di Giuseppe Bianca |

Una sforbiciata arriva anche per le utenze da cui vengono racimolati quasi 800mila euro. Differimenti nei soldi, le cui coperture andranno riprogrammate, per i Consorzi di bonifica e l’Irvo (complessivamente un recupero di quasi un milione e 400mila euro), e per il servizio antincendio (un milione e 300mila euro più 500mila euro per la manutenzione dei mezzi); ma anche 2 milioni e 400mila euro per spese «di affitto di locali o leasing». Un milione e 631mila euro recuperati dal fondo per «liti e arbitraggi».

Minori dotazioni e trasferimenti anche per i comuni siciliani che andrebbero a perdere due milioni di euro per le procedure di riequilibrio degli strumenti finanziari. Nel novero della spesa tagliato anche un milione e mezzo di contributi in favore per gli enti di assistenza e beneficenza per fronteggiare gli oneri conseguenti l’applicazione del contratto nazionale di lavoro e 321mila euro alle associazioni antiracket.

La giunta si è riunita ieri a Palazzo dei Normanni per approvare il ddl sul rendiconto 2018, l’assestamento e il piano di ripiano del disavanzo. Tutto ciò dopo che il nuovo documento è uscito dalla parifica di venerdì scorso da parte della Corte dei conti. Nella giornata di lunedì a un primo appello erano stati recuperati oltre 780 milioni di euro che erano già calati sul bilancio. La cifra mancante si era assestata tra i 230 a 250 milioni per colmare il disavanzo per cui la Corte ha chiesto il rientro nel 2019. L’asticella si è fermata alla fine a 260 milioni.

Tra le grosse partite di spesa che rischiano di essere differite nel tempo anche quella del trasporto pubblico locale e de i forestali. E se è cresciuto in queste ore il malcontento per alcuni rilievi, fatti già in passato dalla corte in bilanci poi parificati, adesso serve poco recriminare. Che i rapporti con la Regione siano più o meno brillanti rispetto al passato quel che è certo che in occasione di questa parifica l’organo contabile non ha dato corso ad ulteriori differimenti, dilazioni e rinvii. L’altra carta da giocare che consentirebbe di spalmare il disavanzo di oltre un miliardo in 10 anni riguarderebbe la possibilità di un emendamento al decreto Milleproroghe, una prospettiva, questa ancora tutta da perfezionare.

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