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Sicilia, stipendi, portaborse e “spettri” del passato: ecco tutti i costi dell’Ars

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – La lumaca ha messo la freccia. Che stia accadendo come sostengono i cinquestelle con un passo stentato e ridotto e ritmo da melina o che si stia facendo il massimo possibile come continua a predicare il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che non si è tirato indietro nel difendere la portata del taglio dei vitalizi, un percorso di razionalizzazione dei costi e degli sprechi della politica siciliana all’Ars si è avviato e si sta definendo nel tempo.

La dotazione che la Regione prevedeva nel 2012 per i costi dell’Ars era pari a 164 milioni di euro. Oggi si è stabilizzata a 137,5 milioni. Queste sono le risorse che Palazzo dei Normanni trae dal bilancio regionale. A ciò si aggiungono da i «trasferimenti correnti da organismi interni» (100.000 euro), oltre a 101.000 euro da «sponsorizzazioni da imprese» (contributo Banca Intesa). Inoltre, le cosiddette «entrate extra tributarie», composte essenzialmente di contributi previdenziali: 3.785.000 euro il totale, leggermente ridotto rispetto al 2018 (3.965.000 euro) «a fronte dei collocamenti in quiescenza avvenuti in corso d’anno». Il totale previsto per l’anno in corso è dunque di 141.516.000 euro, 1.680.000 in meno dell’anno precedente.

Con questi soldi il parlamento dei siciliani paga le spese correnti. All’interno di queste ci sono le pensioni dei dipendenti (51,5 milioni) più 4,2 di Irap, che nelle altre Regioni rientra nei costi sostenuti dall’Inps. L’incidenza dei deputati regionali è del 7,61% sulle spese complessive: 15 milioni l’anno; 3 milioni e 240mila euro la somma destinata al personale con funzioni di segreteria e consulenze con deputati con incarichi istituzionali. Gli stipendi del personale pesano sul totale per 25 milioni e 110mila euro. Per il funzionamento dei gruppi parlamentari il costo stimato nell’anno corrente è di oltre 6 milioni, all’interno della quale la somma destinata ai collaboratori e ai portaborse arriva a 5,4 milioni. All’Ars è già attivo un fondo che è valso per il taglio delle pensioni, già avvenuto, per tutelare l’amministrazione dai potenziali ricorsi che potrebbero sorgere in futuro da chi vanta una lesione di diritti. Uno analogo con identiche finalità verrà previsto per le somme risparmiate con il taglio, ancora da attuare, dei vitalizi che incidono sul bilancio dell’Ars per il 9% del totale: 18,5 milioni l’anno.

Dal 1° gennaio 2012 è stato abrogato l’istituto dell’assegno vitalizio per i deputati ed è stato introdotto un sistema pensionistico contributivo analogo a quello dei pubblici dipendenti. L’incidenza maturata per il pagamento dei vitalizi nel periodo compreso tra il 1947 e il 1970 (anno in cui nasce, ad esempio, la Regione Lombardia) ammonta a 11,6 milioni, mentre quella della Lombardia, oggi vale 6 milioni. Se la Regione Siciliana fosse stata istituita nel 1970 questi costi sarebbero pressoché analoghi. La vertenza, non ancora conclusa, sul taglio dei vitalizi (che dovrebbe portare la Sicilia ad adeguarsi a quanto previsto dalla nuova normativa nazionale) è il discriminante da cui passa molto del discorso della razionalizzazione e non solo in termini di costi. In Sicilia tra i 168 beneficiari, i vitalizi che superano gli 8.704 euro lordi sono 16; nella nuova versione, secondo lo schema previsto, a tagli avvenuti, partirebbero da un mensile ricalcolato di 2.278 euro. Diventerebbero inoltre 80 i vitalizi compresi tra i 600 e i 900 netti euro al mese. La proporzione del taglio supera il 50% in 95 casi su 168. Quando entrerà in vigore la legge sui vitalizi coloro i quali non lo hanno ancora maturato, ma vantano giuridicamente un’aspettativa potrebbero in teoria chiedere il rimborso della cifra che deve essere posta all’interno dello specifico contenitore ad hoc.

La vicenda della razionalizzazione dei costi della politica è il bivio tra ieri e l’oggi della politica. Accanto a questo però occorre forse un ragionamento più complessivo sulla qualità della rappresentanza, sulla motivazione di chi entra in politica e sui destini della Sicilia, fisiologicamente rassegnata ad aspettare profeti che spesso saltano un turno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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