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Caro-Voli, Musumeci: «Il mio sogno una compagnia siciliana»

Di Mario Barresi |

Giornali sparsi su tavolo del soggiorno, il presidente della Regione va subito al punto: «Il vostro giornale oggi (ieri per chi legge, ndr) ha titolato “Caro-aerei, la vergogna di Natale”. Ebbene, vergogna è la parola giusta, ma non è soltanto in questo periodo. I siciliani viaggiano tutto l’anno per Milano o Roma e non lo fanno per il capriccio di un’emozione, ma per necessità. Non vanno a fare shopping, ma molto spesso, prenotando anche all’ultimo momento, devono sottoporsi a cure o interventi medici». E «una delle priorità del governo è trasformare la vergogna in rivendicazione di un diritto che ci spetta: la mobilità a costi ragionevoli». Con una correzione al prezzo record citato sul giornale: «Altro che 715 euro, io un Milano-Catania l’ho trovato pure a 1.030 euro…».

Ne ha discusso, Musumeci, anche con l’assessore Marco Falcone e con il dirigente generale Fulvio Bellomo, nella recente trasferta romana in cui c’è stato anche un confronto con il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Falcone ritiene che nel programma, condiviso col presidente, uno degli obiettivi a lungo termine sia «la concreta applicazione dell’articolo 22 dello Statuto, che dà alla Regione un forte potere di interlocuzione con lo Stato in materia di tariffe dei trasporti». Un discorso che, nei piani dell’assessore, non riguarda soltanto i biglietti aerei. Ma questa sarà un’altra storia. Così come lo è già, per l’aeroporto di Fontanarossa, lo sforzo di Sac per estendere la concorrenza sulle tratte su Catania a quanti più vettori, in modo da creare una concorrenza che dovrebbe tenere più bassi i prezzi. Ma non sempre, purtroppo, è così. E ciò dipende dal “cartello” più volte denunciato dalle associazioni dei consumatori. Ci fu pure un’istruttoria dell’Antitrust, partita dal caso di un Milano-Catania che costava quasi il doppio di un Milano-Tokyo.

Musumeci ha già un’agenda. «Voglio subito coinvolgere la deputazione siciliana di Roma e di Bruxelles, perché la questione si risolve con un cambio di passo della Regione, ma anche con un confronto con il governo nazionale e con l’Ue». Nel 2018 il governatore ha in programma un incontro con il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. «Ma a gennaio incontrerò prima i nostri eurodeputati, per affrontare, senza guardare alle appartenenze, tre-quattro priorità della Sicilia che li investono. E fra queste i trasporti e il caro-tariffe». Già nel febbraio del 2016 il Parlamento Ue riconobbe la «condizione di insularità» a Sicilia e Sardegna, approvando una risoluzione di cui era relatrice l’eurodeputata dem Michela Giuffrida. «Un atto meritorio – per Musumeci – ma che resta una dichiarazione di intenti se la Regione non va a sedersi col governo nazionale per ottenere la continuità territoriale che ai sardi permette tariffe sociali e che ci consentirebbe anche l’uso di altri fondi europei». Il nodo, dunque, va sciolto a Roma.

Un passo indietro. La memoria va al maggio del 1995. «Occupai, da presidente della Provincia di Catania, un Alitalia Linate-Catania», rievoca il governatore. Le cronache raccontano di una protesta «contro i ritardi, il cambiamento di destinazione del volo dovuto a impraticabilità dell’aeroporto d’arrivo e la cancellazione del collegamento dovuta a un guasto del velivolo. Alitalia – si legge in articolo dell’epoca – ha spiegato che era stato allestito un altro aereo per consentire il volo, ma che Musumeci s’è rifiutato di prenderlo, come invece hanno fatto gli altri passeggeri». E ora rammenta: «La polizia mi avrebbe arrestato, se non fossi stato un europarlamentare». Dal passato al futuro, che non è inedito: «Il mio sogno è una compagnia aerea siciliana». Magari «favorendo l’unione di imprenditori sani per una piccola low cost» nell’unico ruolo che può avere in un contesto del genere.

Il pensiero va di nuovo indietro. Alle divise dai colori della Trinacria indossate dalle hostess della pioneristica Air Sicilia di Luigi Crispino; alla formidabile ascesa e al doloroso declino della Wind Jet di Nino Pulvirenti; alla boutade di Rosario Crocetta che voleva «mettere le ali» all’Ast, facendo diventare la società degli autobus un aviolinea partecipata dalla Regione. Ricordi e delusioni, illusioni e batoste. E se quello di Musumeci non fosse soltanto il «sogno» che confessa quasi sottovoce? Ai Trasporti, in assessorato a Palermo, c’è chi sussurra che «qualche proposta ci sarebbe». Non ancora formalizzata: niente carte, soltanto un pour parler da campagna elettorale. Quanto basta, però, a far decollare la suggestione.

Twitter: @MarioBarresi

meci, che «supera i 715 del record citato dal vostro giornale»

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