Palermo
Caos acqua in Sicilia: per il servizio idrico si torna all’idea del gestore provinciale
Palermo – Non nascerà un’Autorità unica regionale sul modello del sistema di gestione sui rifiuti, rimasto impantanato all’Ars. La strada da perfezionare rimane quella intrapresa delle strutture di gestione che coincidono con le 9 province. Nello schema delle emergenze di Sicilia il sistema idrico non riesce ancora a uscire dalle corde. Tanto rimane da fare e il governo regionale prova a mettere in fila tutti gli elementi necessari a un migliore raccordo organizzativo e di gestione da realizzare nel 2021.
Il nuovo anno dovrà sancire dunque la fine dello stallo da parte degli enti territoriali siciliani e soprattutto dovrà servire all’utilizzo delle risorse finalizzate al potenziamento delle reti idriche nell’Isola; dalla ricognizione delle infrastrutture al programma degli interventi, dalle manutenzione alle opere da realizzare attraverso un programma pluriennale. La legge di riforma del sistema idrico in Sicilia, proposta dall’assessore Vania Contrafatto nel 2015 e impugnata da Roma in alcune specifiche parti non è mai tornata nel Parlamento siciliano per adattare il testo iniziale con le modifiche cassate. Ciò è potuto avvenire, dopo il Vietnam d’Aula che ne determinò il risultato contraddittorio in termini di esiti normativi, perché le prescrizioni della Corte costituzionale hanno espresso con chiarezza la direzione verso cui andare. Fu proprio sulla delimitazione degli ambiti territoriali che il centrosinistra sbandò nel confronto interno trovando una sintesi che fu oggetto poi della censura dell’impugnativa.
A che punto è dunque la notte? Il centrodestra rinuncia a seguire la linea di molte regioni italiane che privilegiano una struttura unica regionale con la possibilità di sub ambiti di gestione anche per evitare, dopo l’esperienza complessa del confronto parlamentare sulla legge dei rifiuti, una ulteriore contrapposizione che paralizzi il processo di riforma e punta a potenziare da qui alla fine della legislatura l’attuale meccanismo. La prima distinzione da fare riguarda gli ambiti territoriali idrici dove era, o è presente un gestore come Enna, Caltanissetta e Agrigento. Le prime due stanno cominciando a essere strutture operative proprio nelle ultime settimane con il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, eletto presidente nel Nisseno. Ad Agrigento la gestione è garantita da una commissione prefettizia con Girgenti acqua, raggiunta da un’interdittiva antimafia oltre un anno fa, ancora operante. Palermo è sul punto di abdicare alla convenzione con Amap la società municipalizzata di Leoluca Orlando. In provincia dopo il fallimento del precedente gestore i disagi non sono mancati e in diversi comuni non si riscuotono da anni i canoni di consumo del servizio idrico.
Avanza invece la forma della gestione autonoma fatta da una serie di amministrazioni. Di che si tratta? La legge infatti prevede che in presenza di alcune specifiche condizioni tra cui l’appartenenza alle comunità montane con popolazione inferiore a 1000 abitanti o nel caso di comuni che ricadono all’interno di aree di pregio ambientale, a patto però che si riesca dimostrare che la gestione autonoma si possa rivelare più efficiente, efficace e vantaggiosa di quella del gestore unico. I comuni possano staccarsi dalla gestione integrata con altri soggetti. L’Ati di Palermo sta portando avanti questo tipo di ricognizione, ma non l’ha ancora perfezionata. L’Ati di Trapani è riuscita in mezzo a non poche difficoltà organizzative a far aderire gli impegni economici di 18 comuni su 24, anche se fisicamente le risorse non sono in cassa. Tocca al commissario ad acta Mario Cassarà, rimettere insieme i cocci per arrivare a una soluzione in tempi ragionevolmente brevi. L’Ati di Catania sta producendo una prima bozza di Piano d’ambito che è stata predisposta ed è all’esame dell’Assemblea territoriale idrica. Il piano degli investimenti redatto nell’ambito della regolazione delle tariffe costituisce come sempre uno dei discriminanti sui cui trovare la quadra.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA