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Il progetto del resort a Capo Passero: a rischio un luogo unico al mondo

Di Redazione |

CATANIA – Sembra il gioco dell’oca. Una società privata che fa capo ad una cordata mantovana presenta un progetto di cementificazione dell’isolotto di Capo Passero di Portopalo. La Soprintendenza di Siracusa dà un assenso di massima facendo fare un passo avanti ai cementieri di turno, ma la Regione blocca tutto per decreto e il progetto fa un passo indietro. Ieri è intervenuto il Tar di Catania che ha stracciato il decreto della Regione: quindi un passo avanti nella pretesa di destinare quel luogo unico al mondo ad un bivacco di turisti. Perché è unico al mondo? Lo ripetiamo perché qualcuno sembra averlo dimenticato. Capo Passero è in fondo all’Europa, il paese più caldo del vecchio continente, più a sud di Tunisi. Su quell’isolotto sorge una fortezza asburgica a difesa della popolazione contro le piraterie, fortezza numerose volte rifatta e altrettante numerose volte depredata, allestita per convegni di alto livello, ma mai inaugurata, non si sa perché.

Su questo scoglio sorgeva la tonnara più vecchia del mondo dove i nostri progenitori greci aspettavano il passaggio dei tonni per infilzarli con lunghe lance. Poi dopo la mattanza, le donne trituravano le interiora dei tonni e ne facevano il garum, un impasto molto speziato che finiva sulle tavoli dei ricchi romani.

Il padrone della tonnara più antica del mondo, il patrizio don Pietro Bruno dei marchesi di Belmonte,  da quando la Regione aveva dichiarato oasi naturale l’isolotto, si lamentava di avere persino negato l’accesso al suo territorio. Di colpo, dopo millenni, i tonni non sono più passati da quelle parti, quindi niente più mattanza, e don Pietro ne soffrì fino a morirne alcuni anni fa.

Portopalo di Capo Passero è un luogo incantato dove regnano il silenzio e la pace in un equilibrio delicatissimo che non si deve spezzare, altrimenti si dilegua la magia del posto e Portopalo diventa un luogo affollato e caotico come tanti altri con scarso rispetto per l’ambiente.

Dice il sindaco Gaetano Montoneri, medico: «Capisco che la popolazione è divisa a metà. C’è chi vorrebbe più posti di lavoro e chi invece non vuole che la pace dei luoghi sia guastata. Come la penso? Penso che qualunque intrapresa debba rispettare l’ambiente e che non debba essere eccessiva, nel senso che in questo caso si tratta di centinaia di posti letto e quindi il progetto va comunque ridimensionato. Invece c’è un altro progetto che certamente rispetta l’ambiente, ma del quale ancora non posso parlare se prima non si fanno dei passi concreti».

Sparato contro il progetto dell’insediamento turistico è il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna: «Ci risiamo. Ancora una volta il Tar di Catania ci regala un’altra perla, che si aggiunge quelle degli anni passati. Sia chiaro che impediremo a tutti i costi la realizzazione del resort sull’isola di Capo Passero. Già nel 2017 abbiamo contrastato la realizzazione del progetto e presentato un ricorso alla Regione che quindi annullò il parere favorevole condizionato rilasciato dalla Soprintendenza di Siracusa. Intanto chiamiamo la Regione alle sue responsabilità e ci appelliamo immediatamente al Cga».

Quindi ora le speranze di chi non vuole un resort di lusso in questo luogo incantato sono appese ai giudici del Consiglio di giustizia amministrativa che, quando sarà chiamato a farlo, dovrà decidere sul ricorso che presenterà Legambiente.

La fortezza sull’isolotto di Capo Passero

Il progetto del resort – che come detto fa capo a una cordata di imprenditori mantovani che si sarebbero innamorati di questo luogo dei sogni durante una vacanza – prevede la realizzazione del blocco centrale nella ex tonnara di Portopalo: oltre ai 7.400 metri quadrati dell’edificio della vecchia tonnara ci saranno anche una, parco, giardini e parcheggi adiacenti per un totale di quasi 37mila metri.  Sull’isola di Capo Passero, dove si incontrano mar Jonio e Mar Mediterraneo e dove il mare un colore turchese senza eguali, ci saranno le dependances che occuperanno quasi duemila metri quadrati, divisi per 18 suites extralusso, un ristorante di alto livello, e pontili privati. 

I progettisti assicurano che «non ci sarà nessuno scempio» e dicono che «verranno riqualificate le opere già esistenti». La Soprintendenza che ha approvato il progetto garantisce che «ha rilasciato un’autorizzazione rigorosamente compatibile con le norme del Piano Paesaggistico» e che «non sono previsti né aumenti di volume, né ampliamenti di superfici, né tantomeno nuove costruzioni di alcun genere». Ma il rischio che questo posto unico al mondo perda la sua unicità, fatta anche di luoghi selvaggi e magici come l’isola di Capo Passero, appare evidente a tutti. E anche se fosse un progetto rispettoso dei luoghi e dell’ambiente, va comunque ricordato che posti così sono patrimonio di tutti e che certe decisioni non possono essere presi a colpi di decreti, appelli e ricorsi .

Il rendering del progetto del resort nell’antica tonnara

 

La verità è anche che questi luoghi bellissimi e ricchi di storia si stanno deteriorando giorno dopo giorno. La bellissima tonnara cade a pezzi, il forte dell’isola è abbandonato e degradato nonostante i diversi restauri, la spiaggia spesso è sporca e non ha servizi di alcun tipo. Nel gennaio del 2018, quando era assessore regionale ai Beni culturali del governo Musumeci, il critico d’arte Vittorio Sgarbi definìla tonnara come un «luogo devastato dalla disumana barbarie di teppisti che hanno divelto cancelli, danneggiato infissi, sventrato vetrine ed umiliato il luogo». Soldi pubblici per riportare il tutto all’antico splendore ogni tanto ne sono stati spesi (l’ultimo restauro del forte risale al 2007) e anche tanti, ma oggi con la scusa che non ci sono soldi  rischia di finire tutto in macerie. Ecco perché si pensa all’intervento dei privati. Si potrebbe forse trovare una via di mezzo, lasciando in pace l’isolotto e permettendo la riqualificazione dell’antica tonnara.

Ma l’isolotto andrebbe comunque gestito, ripulito e trattato come merita un vero paradiso. Non è giusto lasciarlo ai privati per farlo diventare una meta del turismo a 5 stelle, ma non è nemmeno giusto lasciarlo al suo destino o peggio ancora alla disumana barbarie dei teppisti e dei turisti mordi e fuggi che magari lasciano la spazzatura dietro un cespuglio e usano gli antichi depositi dei tonnaroti per i loro bisogni.

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