Cronaca
Antonio Massimino, il boss di Agrigento che era pronto a uccidere i bambini
AGRIGENTO – Era pronto anche a fare uccidere bambini per imporre il suo ruolo di boss di Agrigento. Dall’operazione Kerkent, coordinata dalla Dda di Palermo, emergono i contorni criminali spietati della figura di Antonio Massimino da tempo impegnato, secondo gli investigatori, a costruire una rete di incontri e di relazioni con altre “famiglie” mafiose. Il suo obiettivo era quello di esercitare un «accurato controllo del territorio» anche attraverso forme di interferenza nelle attività economiche. E per questo Massimino sarebbe stato pronto ad «autorizzare la commissione di delitti» per affermare la sua «capacità di intimidazione che gli derivava dal ruolo apicale all’interno del sodalizio mafioso».
Massimino era stato già indagato nel 2016 per tentativi di estorsione ai danni di un imprenditore edile agrigentino. La sua posizione è ancora al vaglio della magistratura mentre il suo presunto complice, Liborio Militello, è stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione.
Negli atti dell’inchiesta viene messa a fuoco la «tracotanza criminale» di Massimino che si sarebbe spinto a minacciare di morte un altro affiliato allo stesso gruppo e a prospettare l’eventualità di «uccidere bambini pur di affermare la propria autorevolezza criminale».
Massimino è attualmente in carcere dopo l’ultimo arresto avvenuto nel 2016. Quando fu catturato Massimino stava tentando di scappare e rifugiarsi all’Estero, probabilmente dopo avere ricevuto una “soffiata”. In una telefonata intercettata il 4 novembre del 2016, dice ad una familiare di preparare “armi e bagagli” e tenersi pronta per una immediata partenza verso la Germania, o forse il Belgio. A quel punto gli investigatori hanno dovuto accelerare ogni attività e per timore, che tutto ciò potesse compiersi. L’arresto di Massimino avvenne nella villa, immersa nelle campagne di Agrigento, dove da mesi aveva stabilito la sua dimora. Una costruzione, con tanto di piscina, e sistema di videosorveglianza a protezione del perimetro privato. Nel corso dell’irruzione il quarantottenne non oppose alcuna resistenza lasciandosi arrestare.
Una curiosità su Liborio Militello, figura nota negli ambienti delinquenziali agrigentini e fidatissimo di Antonio Massimino, dal quale – secondo la Dia – ha ricevuto sistematicamente ordini che ha portato regolarmente a compimento. Militello sarebbe “religiosissimo”, e da quello che hanno accertato gli investigatori, era un frequentatore della chiesa di “Santa Teresa del Bambin Gesù” di via Cicerone. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA