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Un giovane su 10 ha lo lo spray urticante: molti lo utilizzano per gioco

Di Redazione |

ROMA –  Dopo la tragedia di Corinaldo fa discutere l’utilizzo dello spay al peperoncino, spesso utilizzato per gioco dai giovanissimi (come accaduto oggi a Palermo) e che rischia di diventare una “moda”. Solo nell’ultimo anno, si conterebbero almeno 15 casi di uso «improprio» dello spray a scuola.

Il portale Skuola.net ha realizzato un sondaggio nelle scuole su 6.500 studenti, appurando che circa 1 su 10 – il 9% – dichiara di possedere una bomboletta in grado di emanare sostanze urticanti: il 6% la porta sempre con sé, il 3% spesso. Ragazzi che – rivela la ricerca – non si fanno scrupoli ad utilizzarle, spesso in maniera scriteriata. Perché se il 48% dei possessori l’ha azionata almeno una volta per difesa personale, pochi meno (il 40%) l’hanno messa in funzione solamente per provare l’effetto che fa, quasi per gioco, sicuramente non per sventare un’aggressione. Si tratta, considerando il solo campione analizzato dalla ricerca, di oltre duecento persone che ammettono questa leggerezza. Numeri che, se estesi all’intera platea degli intervistati, aumentano ulteriormente: ancora una volta, quasi 1 su 10 si è trovato nelle vesti di testimone di uno scherzo a base di spray al peperoncino (in 2 casi su 3, l’obiettivo era proprio lui).

«Queste forme di emulazione negative e pessime che contagiano negativamente sono da condannare in maniera assoluta», ha detto  il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. La scuola può decidere se permettere o no la presenza di questi oggetti, ha chiarito il ministro rispondendo ad una domanda, «io sono attento all’autonomia scolastica, certo a scuola, a parte i ragazzi di fine quarta e quinta, lo spray urticante gli studenti non dovrebbero averlo ma vietarlo non toglie che possano averlo ugualmente, il problema è far capire ai ragazzi le conseguenze di quello che fanno». 

Lo spray urticante, o spray al peperoncino come viene anche definito, è nato in Germania: serviva per allontanare i cani che attaccavano i postini nelle campagne. In Italia, nel 2018, il gas Oleoresin capsicum (Oc) contenuto nell’apposita bomboletta, è acquistabile nelle armerie, farmacie e anche in molti supermercati. L’unico obbligo è quello di avere più di 16 anni.

Nel Belpaese, questo gas è stato a lungo considerato un’arma propria, con un numero esiguo di prodotti a bassa concentrazione per i quali era autorizzato l’uso e il trasporto.  “Polizia Moderna”, il mensile della Polizia di Stato, in un inserto speciale del dicembre del 2017 evidenziava come la Corte di Cassazione, con due sentenze del 2006 e del 2007, «aveva ritenuto la natura di arma comune da sparo delle bombolette caricate con gas irritante non approvate dal ministero dell’Interno: conseguentemente il porto di bombolette non approvate dal ministero dell’Interno, in assenza della licenza prefettizia, costituiva reato perseguibile a norma di legge».

Il 12 maggio del 2011, il ministero dell’Interno ha liberalizzato l’acquisto, la detenzione e il porto in pubblico per gli over 16enni, per qualsiasi strumento di autodifesa che nebulizzi un principio attivo naturale a base di Oc e che «non abbia attitudine a recare offesa alla persona».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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