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Vaccino, il medico (del Cts siciliano) fuori dal coro: «Prodotto senza evidenze scientifiche chiare»

Di Mario Barresi |

PALERMO –  Non vuole essere chiamato no-Vax. «Se mi definisce così, mi offende. Primo perché mi occupo di scienza, compresa la metodologia della ricerca. E poi perché il vaccino, io, lo farò». Salvatore Corrao, nel clima – fra il gioioso e il mistico – del padiglione 24 è l’unica voce fuori dal coro. Autorevole, visto che, oltre a essere il primario di Medicina al Civico, arriva da un componente del comitato tecnico-scientifico della Regione. «Io non sono né no-Vax, né pro-Vax, ma sono per la medicina delle evidenze», precisa Corrao, che giudica comunque «una prima goccia di speranza» questa giornata di avvio della somministrazione del siero di Pfizer-Biotech anche in Sicilia.

Ma è proprio sulla «mancanza di un’adeguata presentazione, né alla comunità scientifica né agli organi di vigilanza medica, di report chiari», che si concentrano le «perplessità» del medico rispetto agli «annunci sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini da parte delle aziende produttrici».

Per il prodotto somministrato ieri nel V-day, ad esempio, «ci sono stati appena 43 giorni di follow up: non mi aspettavo certamente un anno, come di solito si fa, ma l’emergenza di trovare soluzioni non giustifica l’assenza di ricerche con standard attendibili».

Corrao, che dirige un reparto in cui «ci sono 61 pazienti Covid e operatori massacrati dal super lavoro», comprende bene la necessità di «trovare una soluzione nel più breve tempo possibile», ma non giustifica il fatto che «il 95 per cento di efficacia di cui parla Pfizer è basato su 170 casi e non su 40mila persone». Per Corrao, dunque, «la vera efficacia sarà il risultato finale nel mondo reale».

Molto meglio sarebbe stata «una sperimentazione di massa, con il consenso informato», è la tesi del medico palermitano. Che critica «l’etica veterinaria» usata nell’approccio al vaccino, quella «per cui si deve preservare la mandria», anziché «quella individuale, che diventa collettiva nell’assicurare la salute dei cittadini con dati più robusti», anziché «fidarsi degli annunci di una casa farmaceutica aggressiva e ammanicata con la politica».

Twitter: MarioBarresi

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