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Sette pazienti positivi in Neurologia, allarme al Cannizzaro di Catania

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – E’ allarme all’ospedale Cannizzaro di Catania per un mini-focolaio di coronavirus scoperto nel reparto i Neurologia: sette pazienti sono risultati positivi al Covid-19 e ci sarebbero rischi anche per il personale sanitario del reparto ma non si sa al momento se tra i contagiati ci siamo anche medici e infermieri. 

A lanciare l’allarme il sindacato Nursind. In una nota a Regione, prefettura e Comune, il segretario territoriale Salvo Vaccaro ha chiesto la chiusura dell’unità operativa per il grave pericolo di contagio diffuso.

Secondo la ricostruzione dei fatti, il Nursind ha spiegato che “il 18 marzo nel reparto di Neurologia un paziente è arrivato con febbre e tosse. Il giorno successivo è stato isolato ma è rimasto in reparto per 48 ore. Il paziente, secondo quanto segnalato, aveva febbre alta già la sera del ricovero. Nel frattempo è stato assistito dal personale infermieristico che si è preso cura anche degli altri pazienti, cosa gravissima perché i casi sospetti vanno isolati sia in termini di locali sia di assistenza. Il 20 marzo il paziente è stato trasferito nel reparto di Malattie infettive. Tutto il personale che già aveva denunciato carenza di dispositivi i protezione individuali, è stato sottoposto a tampone cosi come tutti i pazienti. Il 23 marzo il Cannizzaro ha emanato un comunicato col quale sembrava tutto sotto controllo. Il 29 marzo invece veniamo a conoscenza che molti pazienti si sono infettati e alcuni infermieri sono in malattia”. Già da subito sarebbe cominciato il trasferimento dei contagiati alle Malattie infettive. 

La situazione insomma sembra complessa: “Nel frattempo – scrive il Nursind – i pazienti risultati infetti sono stati assistiti da altro personale che a questo punto potrebbe aver contratto il virus e a sua volta averlo trasferito ad altri”.

Per questi motivi il Nursind chiede “l’immediata chiusura e sanificazione del reparto, l’esecuzione dei tamponi a tutti i dipendenti che non lo avevano eseguito e la quarantena con sorveglianza sanitaria di tutto il personale coinvolto”.

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