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Occupazioni, sgomberi e autogestioni: alta tensione nelle scuole catanesi

Di Pierangela Cannone |

CATANIA – Si è conclusa martedì sera l’occupazione di alcuni studenti del liceo scientifico “Boggio Lera”, che da giorno 8 si erano arroccati all’interno del plesso centrale di via Vittorio Emanuele per rivendicare la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica in alcune scuole etnee che, come la loro, presentano alcune criticità strutturali.

Ma le operazioni di sgombero hanno lasciato l’amaro in bocca perché l’intervento della Digos è avvenuto proprio quando i ragazzi erano pronti a smontare il presidio: avrebbero riconsegnato l’istituto alle 15 dell’indomani, come concordato con il vicario, il professore Alfredo Motta, perché finalmente la loro richiesta di dialogo con il Prefetto era stata accolta e fissata per ieri pomeriggio.

«Confermo che l’istituto presenta alcune criticità – afferma il vicario Motta – e, in parte, sono state anche risolte. Tuttavia, però, occorre ancora mettere in sicurezza la palestra della succursale “Grassi” e il porticato del plesso. Nella sede centrale, inoltre, occorre ripristinare un’aula ormai dismessa e che ci rende carenti di spazi. Abbiamo segnalato più volte le criticità esistenti. Da parte nostra c’è la volontà di collaborare con le istituzioni per una soluzione positiva e utile a risolvere le problematiche accorse, ma tengo a sottolineare che non ho richiesto l’intervento di sgombero della Digos perché avevo avuto rassicurazioni dagli studenti in merito all’imminente conclusione della loro occupazione».

La palestra della succursale del Boggio Lera: impraticabile!

Per questo un gruppo di ex occupanti ha proseguito ancora ieri la protesta: un corteo spontaneo, infatti, si è mosso da via Vittorio Emanuele fino a corso Indipendenza, raggiungendo il cortile della succursale, per poi fare rotta verso il liceo classico “Spedalieri”, al fine di incoraggiare i compagni che dopo una breve autogestione stavano organizzando anche lì un’occupazione, abortita per il repentino intervento della Digos. La tensione comunque resta alta e anche oggi molti studenti allo Spedalieri non sono entrati a scuola e hanno organizzato dibattiti nei pressi della sede del liceo.

L’iniziativa degli studenti del “Boggio Lera” assume quindi una dimensione più ampia e si somma alle autogestioni e occupazioni che nelle scorse settimane hanno interessato vari istituti quali l’“Archimede”, il “Marconi”, il “Galileo Galilei”, il “Turrisi Colonna”, il “De Felice” e il “Principe Umberto”.

Tra i banchi di scuola si sta creando una rete di rivendicazione, che dovrebbe sfociare questo sabato in un corteo per denunciare a voce alta i problemi che, a detta degli studenti, persistono da anni negli istituti: la mancanza di riscaldamenti, la fatiscenza delle strutture e «la mancanza di interesse delle istituzioni – dicono un gruppo di studenti di Lps (Liberi pensieri studenteschi), che sta animando la protesta». «Siamo stanchi di subire – proseguono – e ci mobiliteremo collettivamente per mostrare il nostro dissenso. Abbiamo una visione critica della realtà. Più ci tengono al freddo e più ci scaldiamo». Sarà forse questo il mantra che echeggerà ai megafoni del prossimo corteo studentesco?

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