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Dissesto Catania, si riapre la partita della Tari nella bolletta della luce

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Dopo la perentoria bocciatura nel maxi emendamento alla legge di stabilità, si torna a parlare – stavolta sembra seriamente – di un decreto per inserire la Tari nella bolletta elettrica. Ne ha parlato due giorni fa il sindaco Salvo Pogliese col sottosegretario all’Interno, Stefano Candiani – a Catania per un incontro con i vertici dei vigili del fuoco – e il sottosegretario avrebbe rassicurato il primo cittadino del capoluogo etneo su un nuovo e concreto interessamento del governo per venire incontro alle esigenze manifestate dalla città di Catania per affrontare il dissesto.

Il sindaco avrebbe ricevuto una telefonata preventiva di Candiani per un incontro di “disgelo” dopo le forti parole che Pogliese aveva avuto all’indomani dell’estromissione del provvedimento da parte dei parlamentari dei Cinquestelle, senza che la misura venisse “difesa” da parte dei rappresentanti della Lega. E ora nel corso del “faccia a faccia” Candiani avrebbe confermato al sindaco che i tempi sono maturi per riparlare del provvedimento.

Ma il grido d’allarme per l’impossibilità a riscuotere buona parte dell’evasione fiscale arriva anche da altri sindaci, come quello di Palermo, Leoluca Orlando, che già tempo fa aveva “sposato” la tesi della Tari in bolletta e adesso la questione starebbe per diventare nazionale. Alcuni giorni fa a Roma, in un incontro all’’Anci Pogliese avrebbe manifestato nuovamente la necessità di rivedere la normativa in materia di riscossione dei tributi e l’Associazione dei comuni avrebbe avallato la proposta del primo cittadino etneo al punto che proprio oggi dovrebbe svolgersi un incontro a Roma tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e una delegazione dell’Anci guidata dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, che esporrà al capo del governo la proposta di inserire in bolletta la tassa rifiuti che a Catania ha una evasione del 50%. Pogliese si augura che presto possa esserci un risultato positivo che consentirebbe al Comune di recuperare buona parte dei 40 milioni di evasione del tributo.

Sembra che il decreto per inserire la tassa nella bolletta possa essere rivolto a due tipologie di Comuni in gravi difficoltà: quelli, innanzitutto, in dissesto, e quelli che hanno una percentuale di evasione dei tributi che non consente la garanzie dei servizi. La svolta però, non potrà prescindere da un provvedimento in campo locale che miri alla tutela delle vere fasce deboli e degli indigenti reali. Per queste categorie ci saranno sgravi e tutele, mentre per i cittadini che fino ad oggi ha fatto i furbi non ci sarà più alcuna scappatoia.

Contemporaneamente alla Tari in bolletta, domani la Giunta dovrebbe esaminare la delibera sull’aliquota dei tributi al massimo, prevista nel’’ambito delle procedure di un Comune in dissesto. Va ribadito che per quanto riguarda l’Imu seconda casa e i servizi a domanda individuale non dovrebbero esserci variazioni visto che le aliquote di queste due categorie di servizi e tributi sono già al massimo consentito dalla legge. Poterebbe esserci qualche ritocco di altri tributi, come la tassa di soggiorno, ma prima di parlare sarà bene attendere il testo che sarà approvato in Giunta e poi inviato in Consiglio per l’approvazione definitiva.

Altro punto fondamentale nel cammino del risanamento sarà quello dell’applicazione dell’atto di indirizzo per la razionalizzazione periodica delle partecipazioni e la riforma delle società in house. Si tratta di un atto importante ai fini della revisione delle spese delle società partecipate, che parte dal principio di rivedere tutte le spese ed evitare che si perpetui con spese doppione. Per questo la delibera di indirizzo prevede la costituzione di una società, la «Catania holding», che avrà l’obiettivo di fungere da coordinamento funzionale di tutte le società in house e controllate, partendo dallo sviluppo delle attività strategiche, dalla gestione dei processi amministrativi di natura economica, finanziaria, patrimoniale e fiscale.

Nell’atto di indirizzo si prevede di autorizzare la fusione della società Sostare con l’Amt «con conseguente creazione di un soggetto unico» al quale affidare le attività di gestione del tpl, la gestione delle aree di sosta e dei servizi connessi alla mobilità, e la fusione tra la Sidra e l’Asec spa per la creazione di un soggetto unico per gestire le attività di produzione, distribuzione e commercializzazione del settore dei servizi pubblici di rete (area energia e servizi idrici). Un piano questo appena approvato dal Consiglio che dovrebbe consentire alle società di affrontare i contraccolpi che arriveranno dal dissesto e la difficoltà di avere conseguenze disastrose, sul piano finanziario, dalla revisione dei crediti vantati col Comune che saranno presto oggetto di valutazioni della commissione prefettizia sul dissesto che si insedierà entro febbraio e che avrà il compito di aprire una transazione con tutti i creditori.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA