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Strage di Paternò: «Gianfranco era un ragazzo d’oro». Ma la suocera grida: «Maledetto»

Di Redazione |

PATERNÒ – «Gianfranco era un ragazzo d’oro. Un lavoratore ed era molto legato alla famiglia. Lui con me è nato una seconda volta. Quando era piccolo gli salvato la vita…». Ha la voce rotta dal pianto Paolo Bruno, cugino e padrino di Gianfranco Fallica, 35 anni, il promotore finanziario di Paternò che nella sua casa di via Libertà 25 ha sterminato la famiglia: la moglie Cinzia Palumbo, 34 anni e i suoi due figli piccoli, Daniele di 6 anni e Gabriele di 4 anni.

Gianfranco Fallica e la moglie Cinzia Palumbo in una foto dal profilo Facebook

«Aveva quattro o cinque anni, adesso non ricordo bene – racconta ancora Paola Bruno ricordano l’infanzia di Gianfranco Fallica – eravamo in spiaggia a Sant’Alessio d’estate e io non mi sentivo molto bene, ero sdraiato. Lui stava giocando quando si è buttato in mare, ma nessuno lo aveva visto. All’improvviso ho visto una cosa galleggiare e mi sono tuffato. Era lui, Gianfranco, travolto dalle onde. L’ho tirato fuori dall’acqua, gli ho fatto la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco, nel frattempo sono arrivati i soccorsi. E’ stato un miracolo. E lui, da grande, mi ha scelto come padrino…».

Qualcuno ha parlato di depressione, altri di problemi economici, ma Paolo Bruno smentisce. «Depressione? Ma quale depressione. Gianfranco era una persona splendida, tutta dedita alla famiglia. Per noi è stata una doccia fredda… Io l’ho saputo da Facebook…». E per confermare che Gianfranco Fallica viveva comunque un periodo positivo della vita, il padrino ricordo: «A settembre mi ha mandato un messaggio su whatsapp dicendomi che stava trasferendo la sua agenzia. Era un ragazzo speciale, di sani principi». 

Alla domanda sul perchè allora di un gesto simile, Paolo Bruno ha risposto: «Cosa è successo? Non lo so. Si parla di gelosia? Io non ne ho mai avuto l’impressione, ma non mi sento né di confermare, né di smentire perché sono dinamiche troppo personali…» 

«Maledetto, maledetto. Cosa gli hai fatto…». All’improvviso una voce di donna squarcia il silenzio di via Libertà: è quella della madre di Cinzia Palumbo, la giovane donna uccisa insieme con i due figli. Cinzia era una donna attiva, mamma a tempo pieno, ma sempre disponibile anche ad aiutare i genitori nel ristorante di famiglia, il Villa delle Muse. E ora i genitori non riescono a darsi pace, in un sol colpo hanno perso la figlia e piccoli nipoti che tante volte avevano accudito da bravi nonni.

Sotto la palazzina di due piani dove viveva la famiglia, al civico 25, i giornalisti vengono tenuti a distanza mentre c’è un via vai di parenti e amici della coppia. Ultimati i rilievi degli investigatori, le quattro salme saranno trasferite all’obitorio dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania. 

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