Catania
Maltempo, aziende agricole in ginocchio: perso anche 100% produzione
CATANIA – I danni dell’alluvione di ieri in Sicilia hanno provocato «perdite per milioni di euro alle coltivazioni e alle infrastrutture nelle campagne, dove ora è necessario avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità». E’ quanto emerge da un primo monitoraggio effettuato dalla Coldiretti, con chilometri di agrumi e ortaggi sommersi dall’acqua, muri di contenimento ceduti, torrenti e fiumi straripati. In molte aziende è andato perduto il 100 per cento di agrumi, così come gli ortaggi.
«A rendere più devastanti gli effetti del maltempo – sottolinea Coldiretti – è stata l’assenza di manutenzione e sistemazione degli argini, ed è ora necessario adottare le strategie di tutela adeguate a mettere in sicurezza il territorio. Il maltempo che si è abbattuto sulla Sicilia fa così salire il conto dei danni causati in Italia dalle calamità naturali che – rileva la Coldiretti – negli ultimi venti anni hanno provocato perdite per 48,8 miliardi di euro secondo dati Unisdr, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di disastri naturali. L’Italia – conclude la Coldiretti – si colloca tra i dieci Paesi più colpiti al mondo per alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e terremoti che nel periodo considerato a livello planetario hanno ucciso complessivamente 1,3 milioni di persone e provocato perdite economiche per 2507 miliardi di euro, dei quali il 77% per diretta conseguenza dei cambiamenti climatici».
«E poi va bene la pioggia ma certamente la causa principale di quanto è successo in Sicilia è l’incuria nella gestione del territorio»incalza il presidente regionale Coldiretti, Francesco Ferreri, all’indomani della devastazione di agrumi, ortaggi, seminativi, strutture causate dallo straripamento del fiume San Leonardo e delle precipitazioni. «Il dissesto idrogeologico è una tragedia sotto gli occhi di tutti che deve essere aggredita subito, prima che altri fenomeni atmosferici danneggino ancora di più il territorio».
Molte aziende di Catania e Siracusa sono in ginocchio – aggiunge Francesco Ferreri – c’è chi ha perduto anche il 100 per cento della produzione, chi fa i conti con i danni strutturali che si presenteranno tra qualche tempo. Il punto è che tutto questo avviene perché non c’è manutenzione e regna un clima di totale confusione. In alcune parti da oltre mezzo secolo non vengono sistemati gli argini, ci sono aziende che non possono essere raggiunte se non con mezzi adeguati e tutto questo mentre il cambiamenti climatici sono ormai una priorità assoluta. Evidentemente – osserva – i Consorzi di Bonifica non sono in grado di gestire una situazione così complessa e per questo vanno subito adottate delle strategie di tutela che possano ripristinare la sicurezza. Siamo passati da anni di siccità – conclude il presidente Ferreri – a piogge eccessive ma quanta acqua riusciamo a recuperare e trattenere? Niente. Anzi, senza strutture di canalizzazione adeguate si perde tutta. E questo è davvero insostenibile». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA