Caltanissetta
Lettera a Mattarella «Non possiamo restare isolati a vita»
Caltanissetta – «È indispensabile arrivare a completare i lavori che prevedono il raddoppio della ex scorrimento veloce Agrigento-autostrada Palermo/Catania: la città di Caltanissetta non può rischiare di rimanere isolata a vita da tutto il resto del territorio isolano come sta accadendo ormai da qualche mese, con gravi disagi per gli automobilisti costretti a zigzagare in mezzo al “labirinto” messo in atto dalla “Cmc” (Cooperativa Muratori Cementisti) nel tratto che da contrada “Favarella” arriva sino all’ingresso del capoluogo nisseno, procurando così grossi problemi economici per le aziende nissene che, considerate le difficoltà esistenti per raggiungere la città, hanno dovuto registrare un preoccupante calo delle loro attività».
È il testo della lettera-appello che il vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, ha inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per chiedere di intervenire e fare in modo che quella che è stata considerata la più grande opera degli ultimi decenni prevista in Sicilia,non debba trasformarsi in una enorme incompiuta destinata a isolare pesantemente la città di Caltanissetta. Una lettera inviata al Capo dello Stato su quello che mons. Mario Russotto ritiene un argomento fondamentale per la comunità nissena e per tutti i paesi della diocesi, tanto da indurlo ad intervenire ripetutamente per sollecitare l’intervento degli enti interessati al completamento dell’opera (Regione Siciliana, Anas), e di mettersi alla testa del corteo di protesta organizzato assieme all’ex sindaco Giovanni Ruvolo il 2 febbraio scorso al fine di sollecitare la ripresa dei lavori dopo la terribile crisi che aveva costretto l’impresa ravennate a sospendere l’attività ed a chiudere i cantieri.
In quell’occasione mons. Russotto salì pure sul palco allestito davanti Palazzo del Carmine e sollecitò i presenti a non arrendersi a quella che per i nisseni poteva diventare una «catastrofe». «Non ci si può rassegnare alla politica della “bona ‘a bonè”, e cioè dell’accontentarsi su come vanno le cose (anche quelle storte) per amore di pace – ha detto ieri mons. Russotto – ma occorre reclamare i propri diritti, anche perché i cittadini di Caltanissetta pagano le tasse alla stessa maniera di come fanno quelli delle regioni del nord, dove le strade, come è avvenuto recentemente nei giorni scorsi a Monza, vengono riparate immediatamente in una sola notte. Non ci possono essere figli e figliastri».
Ancora stavolta il vescovo è stato molto esplicito: «Dov’è la Regione Siciliana? Dove sono tutti i politici? Vengono a fare delle promesse e poi se ne dimenticano: in questo modo le persone si sentono tradite dai loro rappresentanti. Dov’è lo Stato che dà l’appalto e poi per far riprendere i lavori chiede l’aiuto ai creditori e ai fornitori dei servizi assicurati alla Cmc, che sono disperati per tutte le somme che devono ricevere e che sono di nuovo costretti ad anticipare?».
E poi, ha anche detto: «A Caltanissetta per convegni o altro non vuole più venire nessuno perché ci sono delle difficoltà per arrivarci in macchina: siamo arrivati al punto che stavamo meglio quando stavamo peggio, poiché prima sulla ex scorrimento veloce 640 si transitava regolarmente poiché erano fruibili entrambe due corsie. Si vuole far morire questo territorio? Davanti ad una situazione del genere non possiamo rimanere inerti: questa non è più democrazia, non è uno stato civile, non una società civilizzata: ed è per questo che dobbiamo reagire ed aiutarci da noi…».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA