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Mafia nell’Agrigentino, in intercettazione spunta il nome di un deputato regionale

Di Giuseppe Anastasio |

AGRIGENTO – Spunta il nome del deputato regionale Carmelo Pullara nel provvedimento di fermo di sette persone indagate nell’Agrigentino per mafia dai carabinieri, tra cui il boss di Licata Angelo Occhipinti. Il capomafia intercettato definisce il parlamentare «a disposizione» del clan. Pullara, 48 anni, eletto alle ultime regionali, è iscritto al Gruppo Popolari e Autonomisti e  fa parte della commissione regionale Antimafia.

Sempre Angelo Occhipinti, intercettato da una microspia, in un’altra occasione a proposito del figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, già processato e condannato per associazione mafiosa, dice: «Davanti a questo ragazzo ci togliamo tutti il cappello». Le parole, intercettate da una microspia degli investigatori, sono inserite in una conversazione tra il capomafia e un uomo d’onore a cui sarebbe stato chiesto in carcere proprio dal rampollo del padrino corleonese di «stuccare» (eliminare, ndr) un licatese. 

I fermati dai carabinieri della compagnia di Licata e da quelli del comando provinciale di Agrigento nell’ambito del blitz della Dda contro i clan di Licata e Campobello sono: Raimondo Semprevivo, Vincenzo Bellavia, Angelo Graci, Angelo Occhipinti, Giuseppe Puleri, Giuseppe Scozzari, Giuseppe Salvatore Spiteri. Nell’inchiesta risultano indagati, ma non è stato eseguito alcun provvedimento di fermo perché sono già in carcere, anche Vincenzo e Gabriele Spiteri

Sul blitz di oggi di carabinieri nell’Agrigentino, poi, così si esprime il sottosegretario di Stato Luigi Gaetti: «Colpo ai clan di Licata e Campobello. Fra i sette fermati, un consigliere comunale, un ex consigliere comunale ed indagato un deputato regionale. La vicenda di oggi fa emergere un quadro inquietante: nel rapporto tra mafia e politica siamo davanti ad un salto di qualità, non più la subalternità alle cosche ma una compartecipazione alle attività criminali». «Quello descritto dagli investigatori è un sistema che ha inquinato la vita economica e democratica a Licata, in Sicilia e oltre. I carabinieri di Agrigento – prosegue Gaetti – hanno fermato sette persone accusate di associazione mafiosa. In carcere sono finiti boss e gregari delle famiglie di Licata e Campobello di Licata. La politica adesso deve avere il coraggio di rimettere la questione morale al centro della propria agenda senza aspettare l’azione della magistratura. Su questo si gioca buona parte del futuro del nostro paese, perché sono questi i comportamenti da combattere se vogliamo preservare la buona politica. Vogliamo trasparenza e rispetto delle istituzioni e della legalità, grazie ancora a tutte le Forze di Polizia».

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