ROMA, 19 LUG – Un ragazzo ucraino di 16 anni ha raccontato al quotidiano britannico Guardian di essere stato tenuto in ostaggio dai soldati russi per 90 giorni e di essere stato testimone delle torture inflitte dai militari di Mosca nei confronti di altri prigionieri detenuti in celle vicine alla sua. Il giovane, Vladislav Buryak, che è stato ‘separato’ dalla sua famiglia l’8 aprile scorso a un posto di blocco mentre tentava di fuggire dalla città di Melitopol sotto assedio russo, è stato rilasciato dopo una trattativa durata mesi tra suo padre, Oleg, un funzionario ucraino locale, e i soldati russi, che volevano scambiare Vladislav con una persona di maggiore interesse per l’esercito russo. Nel suo resoconto sulla prigionia vengono citati i violenti interrogatori e i maltrattamenti inflitti – anche con brutali percosse – ai detenuti da parte delle forze separatiste russe e filo-russe. Drammatici i ricordi del ragazzo: “Mi hanno fatto lavare il pavimento della stanza che usavano per gli interrogatori, oltre a pulire le stanze degli agenti e buttare via la loro spazzatura – ha raccontato -. La cella dove sono stato rinchiuso era a pochi metri da dove conducevano gli interrogatori. Sentivo le persone urlare e quando pulivo la stanza vedevo macchie di sangue”.