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Ucraina, al Cremlino sale la tensione: Putin ad un bivio

Il leader russo continua a ripetere che va tutto bene ma dopo tre settimane di conflitto i russi ancora non sono riusciti ad entrare a Kiev che pensavano di prendere con una guerra lampo di due-tre giorni

Di Redazione |

Vista dal Cremlino la guerra in Ucraina va molto male. Non per le migliaia di vittime, i morti tra i civili, le città sventrate e le colonne di profughi in fuga. Tutto questo a Mosca viene considerato alla stregua di un effetto collaterale anche se oggi, a Kiev, in una escalation dell’orrore, sono stati uccisi dieci civili in coda per il pane. 

Il problema di Putin è che non riesce a vincere questa guerra. Il leader russo continua a ripetere che va tutto bene ma dopo tre settimane di conflitto i russi ancora non sono riusciti ad entrare a Kiev che pensavano di prendere con una guerra lampo di due-tre giorni. E nel resto del Paese le cose non vanno meglio per i duecentomila soldati messi in campo in Ucraina costretti ad affrontare una resistenza dei soldati e della popolazione ucraina che non si aspettavano ed un leader, il presidente Zelensky, che ha saputo ricompattare una nazione.  Le sanzioni internazionali stanno poi sempre più isolando la Russia con rischi molto alti di un default del Paese in tempi brevi. E anche questo è un errore compiuto da Mosca che non aveva previsto questa compattezza da parte del fronte occidentale. 

Al Cremlino la tensione sta salendo, sono arrivate le prime epurazioni ai vertici dei servizi segreti e all’interno del ristretto cerchio di consiglieri di Putin cominciano ad apparire le prime divisioni tra chi, ricordando la lezione dell’Afghanistan, ritiene che si debba provare a portare avanti un negoziato serio con l’Ucraina per trovare una via d’uscita diplomatica e chi invece, rifacendosi alla sanguinarie strategie adottate ad Aleppo e Grozny, è pronto a spianare le città ucraine. Putin, adesso, è di fronte a questo bivio. Deve decidere se provare a trovare una soluzione attraverso i negoziati che gli garantisca almeno qualcuno degli obiettivi che si era prefissato e che possa 'rivenderè come una vittoria alla sua opinione pubblica, oppure andare fino in fondo cercando una difficile vittoria sul terreno che inevitabilmente procurerà ancora molte vittime, molto sangue e molte sofferenze e che lo porterà, comunque vada a finire, ad un isolamento internazionale sempre più forte. 

I segnali che arrivano dai complessi negoziati tra le delegazioni di Kiev e Mosca cominciano ad essere leggermente incoraggianti. L’Ucraina è pronta a rinunciare alla Nato in cambio di garanzie di sicurezza, si sta discutendo su quale modello di neutralità potrebbe scegliere Kiev, quello svedese (che non piace a Zelensky), quello finlandese, quello austriaco? La Russia continua a dialogare e a non chiudere la porta e anche questo è un buon segnale. Ma la strada è ancora lunga. Sul terreno i russi continuano ad attaccare, aprendo anche nuovi fronti come quello di Odessa. La guerra novecentesca voluta da Putin, con carri che avanzano nel fango, bombe e missili sulle case, scudi umani, trincee scavate nei campi e nelle piazze, per ora va avanti in attesa delle decisioni del Cremlino. 

Buon senso, visione e pragmatismo vorrebbero che, viste le difficoltà enormi trovate sul terreno, i russi provassero a "vincere" con la diplomazia magari provando a imporre dure misure di pace agli ucraini: il riconoscimento della Crimea, l'autonomia piena del Donbass, la neutralità ed una smilitarizzazione controllata. Ma buon senso, visione e intelligenza non sono mai comparse, fino ad oggi, nella guerra ucraina dove invece hanno prevalso la ferocia, una narrazione che va contro la Storia e contro la geografia, la retorica del nazionalismo e i modelli di pensiero della Guerra fredda. Putin dovrebbe però riflettere con attenzione. In gioco non c'è soltanto la vittoria finale della guerra. Se, di fronte al bivio, dovesse scegliere la strada sbagliata potrebbe trovarsi su un sentiero che lo porterà ad un esito inaspettato e ad una nuova pagina della storia russa: l’inizio della fine dell’era Putin. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA