Mondo
Taiwan: governatore dell’Arizona in visita, ira di Pechino
Quinta delegazione Usa a recarsi a Taipei nel mese di agosto
PECHINO, 31 AGO – Una nuova delegazione Usa è a Taiwan, la quinta ad agosto, provocando la dura reazione della Cina: è guidata dal governatore dell’Arizona, Doug Ducey, impegnato nella visita di tre giorni che include incontri con la presidente Tsai Ing-wen e il ministro degli Esteri Joseph Wu. Ducey, secondo il ministero degli Esteri di Taipei, parteciperà allo ‘U.S. Business Day’, evento per promuovere opportunità commerciali e d’investimento. La Cina ha esortato gli Usa “a rispettare il principio della Cina unica e a interrompere ogni scambio ufficiale con la regione di Taiwan”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian. Ducey è il secondo governatore americano a visitare Taiwan ad agosto dopo quello dell’Indiana Eric J. Holcomb, mentre il Congresso Usa ha inviato tre missioni di cui la prima, il 2-3 agosto, guidata dalla speaker della Camera Nancy Pelosi, all’origine della rabbiosa reazione di Pechino e di sette giorni di manovre militari dell’Esercito popolare di liberazione senza precedenti intorno all’isola. Durante il suo viaggio, Ducey visiterà anche le aziende di semiconduttori e le università con programmi dedicati ai microprocessori, nel tentativo di espandere la cooperazione tra il suo stato e l’isola che Pechino considera parte “inalienabile” del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario. Taiwan ha stretti legami economici e commerciali con l’Arizona, dove circa 100 aziende taiwanesi hanno effettuato investimenti, principalmente nei settori dei semiconduttori, dell’aviazione e dell’elettronica. Quando gli è stato chiesto di commentare la visita di Ducey, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha replicato, nel briefing quotidiano, che la Cina avrebbe “adottato misure forti per salvaguardare la sua sovranità e la sua integrità territoriale”. Nel frattempo, le forze armate di Pechino continuano a operare intorno all’isola, tenendo alta la pressione militare.