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Striscione Psg ‘Free Palestine’, ministro chiede spiegazioni

Il club si dissocia, 'nessun messaggio politico nello stadio'

Di Redazione |

PARIGI, 07 NOV – “Quello striscione non doveva essere esposto allo stadio”: il ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, condanna con un messaggio su X lo striscione di sostegno a Gaza dispiegato ieri sera, durante la partita di Champions League fra il Paris Saint-Germain (Psg) e l’Atletico Madrid al Parco dei Principi, dai tifosi parigini prima dell’inizio del match. “Chiedo al Psg di dare una spiegazioni e alle squadre di vigilare affinché la politica non rovini lo sport, che deve sempre restare un fermento unitario”, ha scritto Retailleau nel post. Aggiungendo poi che “messaggi come questo sono vietati dai regolamenti della Lega e dell’Uefa. Se si dovesse ripetere, bisognerà pensare a vietare gli striscioni per i club che non fanno rispettare le regole”. Prima dell’inizio della partita, che si è conclusa con la sconfitta per 1-2 del Psg, il Collettivo Ultras Paris (Cup) ha srotolato uno striscione con la scritta “Free Palestine” con i colori rosso e blu del Psg e una bandiera palestinese insanguinata, insieme con le bandiere del Libano, e un’immagine di Gerusalemme, di carri armati e di una persona con la kefiah. Lo striscione, molto grande, copriva tutta la curva Auteuil, quella degli ultrà parigini, dove era stata sistemata la scritta “la guerra in campo ma la pace nel mondo”. In una comunicazione all’Afp, il Paris Saint-Germain ha fatto sapere che “il club non era a conoscenza del progetto di esporre quel messaggio”, ed ha sottolineato che “il Parco dei Principi e, e deve restare, un luogo di comunione attorno ad una passione comune per il calcio e si oppone in modo fermo ad ogni messaggio di carattere politico nello stadio”. Protesta del presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, Yonathan Arfi, che – sempre su X – ha scritto: “Scandaloso striscione stasera al Parco dei Principi! Una cartina in cui lo stato di Israele non esiste più. Un combattente palestinese col volto coperto. Non è un messaggio di pace, ma un’esortazione all’odio”.

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