ROMA – Identificata la “firma” degli incubi. E’ riconoscibile nel tracciato dell’elettroencefalogramma e potrebbe aiutare a capire le basi neuronali delle emozioni vissute durante i brutti sogni. Lo spiegano sul Journal of Neuroscience gli studiosi guidati dalla ricercatrice Pilleriin Sikka dell’università di Turku.
Pochi studi sono stati fatti finora sui meccanismi cerebrali che stanno dietro la componente affettiva dei sogni. In questo caso i ricercatori hanno scoperto che esiste un meccanismo emotivo condiviso tra i due stati di coscienza, cioè il sogno e la veglia. Per farlo hanno eseguito l’elettroencefalogramma su dei volontari in due diverse notti mentre dormivano in laboratorio. Dopo 5 minuti di fase rem (rapid eye movement, quella cioè legata ai sogni), i partecipanti sono stati svegliati e gli si è chiesto di descrivere i sogni e valutare le emozioni vissute mentre dormivano.
Si è così visto che provava più rabbia nel sogno chi aveva una maggiore attività di onde alfa (tipiche delle condizioni di veglia ma a riposo mentale o della fase rem del sonno) nella parte destra del cervello, rispetto all’emisfero sinistro e la corteccia frontale, durante la veglia e la fase rem del sonno. Questa caratteristica neuronale – chiamata asimmetria alfa frontale (faa) – è stata collegata alla rabbia e all’autocontrollo durante il dormiveglia e potrebbe essere un indicatore universale della regolazione delle emozioni.
Per dirla in parola più semplici, le persone più tranquille nello stato di veglia riescono a fare sogni più positivi, mentre quelli che vivono con più ansia elaborano sogni più negativi. Ciò significa, spiegano gli studiosi scandinavi, che le esperienze oniriche possono riflettere la salute mentale di una persona. Dunque, se volete dormire sonni più tranquilli è necessario abbandonare lo stato di continua tensione che spesso per molte persone accompagna la vita frenetica di ogni giorno.