BUCAREST, 2 GIU – Se in Italia l’entusiasmo per il progetto comunitario appare quantomeno appannato, in Romania si può dire senz’altro l’opposto. D’altronde, tutti qui toccano con mano i benefici dell’ingresso nell’Ue: negli ultimi dieci anni, da quando Bucarest ne è entrata a fare parte nel 2007, da Bruxelles è arrivato un fiume di denaro che ha aiutato a rivoltare come un calzino intere città. Ne è un esempio Oradea, gioiellino art nouveau nel nord-ovest del Paese. Tra il 2007 e il 2013 la città ha investito nel turismo 50 milioni di euro in fondi europei. Grazie alle stazioni termali, a eventi e a collegamenti sempre più fitti, anche con l’Italia, Oradea nel 2017 è riuscita ad attrarre 225.000 turisti, numero che negli ultimi anni è sempre cresciuto a un ritmo annuo del 20%. Per quanto riguarda i flussi turistici l’Italia è uno dei principali Paesi d’origine, con circa 430.000 arrivi all’anno. Un numero in crescita anche grazie agli oltre 225 voli alla settimana tra le nostre città e quelle rumene.