L’attivismo per il clima se la prende ancora con il patrimonio artistico mondiale. Questa volta la vittima è una tela di Claude Monet, attaccata da due attivisti del gruppo di protesta per il cambiamento climatico 'Letzte Generation' (Ultima generazione), che hanno imbrattato un olio del pittore impressionista al Museo Barberini di Potsdam, in Germania, lanciandogli contro purè di patate. Solo pochi giorni fa, è stata una zuppa di pomodoro a colpire i 'Girasolì di Van Gogh a Londra, in un’azione analoga che evidenzia un trend sempre più pericoloso per i capolavori della storia dell’arte in tutto il mondo.
Il gruppo ambientalista ha postato su Twitter il video dell’attacco ad uno dei quadri della serie dei 'Covonì, tra i capolavori di Monet, in un’azione per chiedere ai politici di adottare misure per limitare il cambiamento climatico. Deve ancora essere valutata l’entità degli eventuali danni, ha detto la portavoce del museo Carolin Stranz. Gli attivisti hanno avuto facile accesso all’opera che non è protetta da vetri e hanno semplicemente dovuto scavalcare una sorta di cordone a trenta centimetri da terra che segna il perimetro oltre il quale i visitatori non possono andare. Dopo l'attacco, i due ambientalisti hanno incollato le loro mani sul muro sotto l’opera, appartenente alla collezione del donatore e multimiliardario Hasso Plattner ed esposto nella mostra permanente del museo. Un’azione ben organizzata, alla quale hanno partecipato altre due persone che hanno girato il video poi postato sui social.
«Questo Monet è il palcoscenico» per trasmettere il loro messaggio, scrive il gruppo nel tweet che accompagna il video del gesto. «Se è necessario» lanciare zuppe o purè su una tela "per ricordare alla società che la via del combustibile fossile ci sta uccidendo tutti, allora lanceremo purè di patate su un dipinto», continua il messaggio. «Siamo in una catastrofe climatica e tutto ciò di cui avete paura è di zuppa di pomodoro o purè di patate su un dipinto», grida un’attivista nel video. "Questo dipinto non varrà nulla se dovremo combattere per il cibo». L’episodio a Potsdam è solo l’ultimo assalto di una guerra all’arte portata avanti dagli attivisti climatici del mondo. Nove giorni fa, due ambientaliste inglesi hanno lanciato due zuppe di pomodoro sui Girasoli di van Gogh alla National Gallery di Londra, salvati solo dal sottile vetro che protegge la tela. Nei mesi scorsi, sono stati diversi gli episodi di attivisti che hanno incollato le loro mani su cornici, teche e dipinti in diversi musei. Anche in Italia, dove a luglio, due ambientalisti di Ultima Generazione si sono incollati al vetro che protegge la Primavera di Sandro Botticelli alla Galleria degli Uffizi di Firenze. E a maggio scorso, ha fatto scalpore l’episodio del lancio di una torta contro La Gioconda al Louvre di Parigi, anche lei salvata dalla teca di vetro che la protegge. Tutto, in nome dell’ambientalismo.