Ordigni sui binari in New Jersey, arresti a New York

Di Redazione / 19 Settembre 2016

E’ di nuovo allarme negli Stati Uniti per il ritrovamento di diversi ordigni alla stazione ferroviaria di Elizabeth, in New Jersey. Una delle bombe, trovata dentro uno zaino insieme ad altri quattro ordigni, è esplosa poco dopo le 0:30 (le 6:30 in Italia) mentre un robot di una squadra di artificieri dell’Fbi cercava di disinnescarla, ha detto il sindaco di Elizabeth, Christian Bollwage. Nessuno è rimasto ferito. Gli inquirenti hanno poi trovato altre tre bombe collegate tra loro con dei fili: lo riporta la Cnn spiegando che si tratta di ordigni tipo ‘pipe-bomb’ (tubo bomba). Diversi funzionari di polizia temono che una cellula terroristica attiva composta da molteplici attori possa essere al lavoro nell’area di New York e New Jersey: lo riporta la Nbc News citando gli stessi ufficiali. Intanto cinque persone sarebbero state arrestate nel corso delle indagini sull’esplosione dell’ordigno che a New York ha causato il ferimento di 29 persone. I fermi sono stati effettuati dall’Fbi ad un posto di blocco nei pressi del ponte di Verrazano che unisce Brooklyn a Staten Island. I cinque, che stavano facendo rientro dal New Jersey verso l’aeroporto Jfk di New York, avevano armi in auto. Il boato e la paura, ma New York non si ferma/IL REPORTAGE Ieri una bomba è esplosa in un cassonetto a Manhattan, tra la 23ma strada e la 7ma avenue nel quartiere di Chelsea, causando 29 feriti tutti successivamente dimessi dall’ospedale. L’esplosione che ha scosso il quartiere di Chelsea, nel cuore di Manhattan, è stata fortissima: i social media, immediatamente inondati di commenti e notizie, raccontano che il rumore è stato sentito anche sull’altra sponda del fiume Hudson, ad Hoboken. L’ordigno, secondo quanto riporta il Ny Times, era costituito da una pentola a pressione piena di schegge metalliche. Una bomba, dunque, “fatta per uccidere”. Alcuni video mostrano in azione lo stesso uomo nei due siti a New York dove la polizia ha rinvenuto gli ordigni esplosivi. A qualche isolato di distanza dal luogo dell’esplosione sulla 23ma strada (tra la sesta e la settima Avenue), infatti, é stato trovato un secondo ordigno, molto simile, realizzato artigianalmente con una pentola a pressione da cui uscivano dei fili collegati a un telefono cellulare: l’ordigno é stato rimosso mentre un terzo ‘pacco sospetto’, sempre nella zona, si é rivelato un falso allarme. Vicino alla pentola a pressione è stata trovato un pezzo di carta con una scritta. Sulla matrice dell’attentato, intanto, continua l’incertezza. Al momento nessuna pista è esclusa, le indagini proseguono, ma le autorità sono caute nel parlare di terrorismo internazionale. La Farnesina, intanto, ha reso noto che al momento nessun italiano risulta coinvolto nell’esplosione. Per il momento “non vi sono prove di una connessione terroristica”, ha detto il sindaco di New York, Bill de Blasio, sottolineando però che si é trattato di “un atto intenzionale”. Più tardi il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha detto che non esiste una prova di una connessione al terrorismo internazionale. Tuttavia, precisa, “la fase investigativa è nelle sue prime fasi”. Donald Trump ha preso la palla al balzo: il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha ‘scavalcato’ le autorità e – prima che fossero resi noti i dettagli dell’attentato – ha annunciato ai suoi sostenitori durante un comizio che una “bomba é esplosa” a New York. Trump ha approfittato subito dell’attacco per rinforzare la sua campagna elettorale, affermando che “Ora servono le maniere forti”. Prudente invece la reazione della candidata democratica Hillary Clinton, che ha detto di voler attendere informazioni più precise sull’accaduto. Prudente invece la reazione della candidata democratica Hillary Clinton, che ha detto di voler attendere informazioni più precise sull’accaduto. E’ uno dei quartieri piu’ affollati e vivi di Manhattan la zona di Chelsea dove alle 20:30 circa di ieri ora locale (le 2:30 di oggi in Italia) una forte esplosione ha scosso la 23ma strada tra la sesta e la settima avenue. In particolare, la 23ma strada e’ una delle intersezioni piu’ trafficate della citta’, non solo per la presenza di diverse stazioni della metropolitana ma anche per l’alta concentrazione di ristoranti, supermercati e uffici. Ad un paio di isolati a nord c’e’ Eataly, il Flatiron Building, mentre proprio nel punto delle esplosioni ci sono due tra i piu’ grandi supermercati di New York: Trader Joe’s e Fairway. Piu’ a ovest c’e’ Wholefoods. Secondo quanto ha riferito l’emittente della citta’ New York 1, non c’e’ stata alcuna evacuazione di edifici. LE TESTIMONIANZE – “Ero a casa a guardare la televisione. E’ stata un’esplosione fortissima, ha scosso tutto il palazzo. E’ stata molto forte”: ha raccontato alla Cnn Danilo Gabrielli, un 50enne residente sulla 23ma strada. “E’ stata come l’esplosione di un vulcano”, ha riferito una testimone, Deborah Griffith, al quotidiano britannico Guardian. La polizia ha annunciato che la prossima conferenza stampa si terrà alle 12, le 18 in Italia. Intanto, de Blasio ha escluso legami tra l’esplosione di ieri sera e quella di sabato mattina lungo l’itinerario di una corsa podistica di beneficenza a Seaside Park, nel New Jersey, che non ha provocato morti o feriti solo perché lo start è stato ritardato. Il sindaco ha poi ordinato lo stato di ‘pieno allerta’ ed ha assicurato: “Qualunque sia l’intenzione, i newyorchesi non si faranno intimidire”. Oggi nella Grande Mela è atteso anche il presidente Barack Obama, che al momento dell’esplosione era a Washington ad una cena di gala del Congressional Black Caucus Foundation per onorare Hillary Clinton come prima donna ad ottenere la nomination di un grande partito alla Casa Bianca. Ma sbarcano anche decine di capi di Stato e di governo, che da domani parteciperanno ai lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite La candidata democratica Hillary Clinton ha “condannato con forza” quelli che ha definito “apparenti attacchi terroristici” a New York, in Minnesota e in New Jersey. A suo avviso la rivendicazione del Califfato della responsabilità dell’accoltellamento in un mall in Minnesota “dovrebbe convincerci a difendere gli Usa e a sconfiggere l’Isis”.

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