Il simbolo delle cattedrali d’Europa non solo di Parigi: così la storica francese Régine Pernoud (1909-1998), tra i massimi specialisti del Medioevo cristiano, definì, con una felice e fortunata espressione, Notre Dame di Parigi, una delle cattedrali gotiche più famose al mondo e anche una delle più antiche, realizzata nel primo stile gotico, ancora con forti influenze romaniche. E fu anche la prima cattedrale dove si utilizzarono gli archi rampanti. Luogo sacro entrato nell’immaginario collettivo dall’Ottocento grazie al romanzo “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo, vero monumento letterario , da cui Walt Disney ha tratto il classico film “Il gobbo di Notre Dame” (1996), la cattedrale era ‘popolarè per i suoi ‘gargoylè, i ‘doccionì a forma di drago e altre figure fantastiche.
Centro reale e simbolico di Parigi e della Francia, con la sua posizione nel cuore dell’Ile de la Cité, l’isola sulla Senna, Notre Dame ha subito molti atti di vandalismo nel corso della storia. Nel 1548 fu danneggiata dalle sommosse degli ugonotti; durante la Rivoluzione del 1789 molti tesori furono distrutti o saccheggiati, le statue di molti santi spaccate o decapitate. E sempre durante la Rivoluzione la cattedrale fu rinominata “Tempio della Ragione” e adibita al culto dell’Essere Supremo, ma in realtà il suo interno fu usato come magazzino e deposito di foraggio.
Fu Napoleone a riconsegnarla al culto, perchè ospitasse la cerimonia della sua incoronazione a imperatore, che avvenne il 2 dicembre 1804, cerimonia immortalata in un celebre dipinto del pittore Jacques-Louis David conservato al Louvre. Nei primi decenni del 1800 il decadimento della cattedrale era così avanzato che si pensò seriamente di abbatterla. Fu anche grazie al romanzo “Notre Dame de Paris” (1831) di Victor Hugo, primo grande successo dello scrittore francese, che ripresero i lavori di restauro, interrotti brevemente da nuovi saccheggi durante la breve esperienza della Comune di Parigi nel 1871. (segue)
Il successo del romanzo di Hugo riaccese l’interesse per la cattedrale spingendo il governo a decretarne una completa ristrutturazione. L’opera venne affidata alla cura di Eugène Viollet-le-Duc e di Jean-Baptiste Lassus – la morte prematura di quest’ultimo lascerà la gestione dei lavori completamente nelle mani del primo architetto – che ridiedero nuovo splendore alla cattedrale. Fu sempre Viollet Le-Duc a ridare la forma antica alle finestre che corrono intorno alla crociera. Anche le vetrate sono state rifatte più volte nel corso del tempo: quelle del XII e XIII secolo furono sostituite nel ‘700 e poi a metà del ‘900.
La cattedrale di Notre Dame venne edificata per iniziativa del vescovo Maurice de Sully a partire dal 1163, al posto di un precedente edificio sacro dedicato a Sant’Etienne. I lavori durarono meno di un secolo, fino al 1250 e proseguirono partendo dal lato del transetto sino alla facciata.
In seguito, nel corso dei secoli, vi furono diverse opere che completarono, modificarono o ristrutturarono alcune parti dell’edificio. Tra queste, i lavori più importanti furono quelli eseguiti nel XIX secolo. Durante la Rivoluzione francese, infatti, numerosi erano stati i danni arrecati alla chiesa, come la decapitazione o distruzione di quasi tutte le statue (in particolare quelle dei re della galleria dei re, sulla facciata principale) – alcune delle teste originali sono ora esposte al museo medievale della città di Parigi, quello di Cluny – e lo smontaggio della guglia.
Con 130 metri di lunghezza e 35 di altezza sotto le volte, Notre Dame di Parigi supera di molto le dimensioni allora consuete alla fine del XII secolo. Per realizzare il progetto fu necessario trasformare l’urbanistica di un intero quartiere, ma niente era troppo per la cattedrale della capitale francese, nelle cui vicinanze si trovava la residenza dei re.
Notre Dame è una basilica con matroneo e doppie navate laterali, in totale con 5 navate, quante fino ad allora ne avevano avute solo importanti edifici come la chiesa abbaziale di Cluny e San Pietro a Roma. Anche in seguito, una chiesa gotica a 5 navate resterà un’eccezione. Le doppie navate laterali finiscono in un deambulatorio ugualmente doppio, e sono separate l’una dall’altra da poderose colonne.
Al centro della facciata di Notre Dame c’è il grande rosone realizzato intorno al 1225, con la statua della Vergine e il Bambino tra due angeli; a destra e a sinistra ci sono le statue di Adamo ed Eva che rimandano al peccato originale. Le statue furono rifatte da Viollet-Le-Duc nel XIX secolo.
Sotto la balaustra si trova la Galleria dei Re: una fila di 28 statue che rappresentano 28 generazioni di re di Giuda, discendenti di Jesse e antenati di Maria e Gesù. Queste statue furono aggiunte alla facciata nella prima metà del XIII secolo, e divennero presto rappresentazioni familiari dei re di Francia. La tradizione fu perpetuata nei secoli: per questo motivo, durante la Rivoluzione Francese le statue furono decapitate e mutilate in quanto viste come simboli del dispotismo. Nel XIX secolo furono restaurate da Viollet-le-Duc.