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Libia, italiani rapiti,pista criminalità

Di Redazione |

ROMA, 20 SET – Quello che doveva essere un ‘rapimento lampo’ con immediato pagamento di un riscatto e rilascio degli ostaggi, non si è chiuso subito. E’ quindi iniziata una fase delicatissima che può diventare pericolosa man mano che passa il tempo. E’ una delle ipotesi all’esame di chi sta seguendo il caso dei due lavoratori italiani rapiti ieri a Ghat in Libia insieme ad un canadese. La zona del sequestro è conosciuta dall’intelligence. Si tratta di un’area nella quale imperversano tribù tuareg e trafficanti di ogni tipo. Non mancano infiltrazioni jihadiste. Ma proprio quella del gruppo criminale ‘comune’ sembra per ora la pista privilegiata per risalire agli autori del sequestro. Come l’esperienza del precedente rapimento dei quattro operai della Bonatti in Libia insegna, tuttavia, il fatto non costituisce alcuna garanzia di una rapida risoluzione del caso.

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