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Le parole di Trump e il tonfo delle Borse: «C’è il rischio che sia la “madre” di tutte le crisi»
NEW YORK – «Preparatevi a due settimane molto, molto dure». Le parole di Donald Trump sull’emergenza coronavirus sono una doccia gelata per le borse che, già nervose e dopo un trimestre da dimenticare, accusano forti cali complici anche i dati economici che mostrano i primi pesanti effetti del virus sull’economia e alimentano i timori di una recessione più pesante delle attese.
La crisi del 2008 potrebbe risultare come una «prova generale» di quella attuale: «tutto dipenderà da quanto durerà» l’emergenza ma «se sarà lunga questa rischia di essere la madre di tutte le crisi finanziarie», avverte Kenneth Rogoff, professore di Harvard ed ex Fondo Monetario Internazionale. Proprio il Fmi, nel suo ultimo blog sull’epidemia, parla di «guerra» e osserva come la velocità della ripresa dipende dalle politiche attuare durante la crisi. «Un maggiore intervento pubblico è giustificato dall’emergenza e dalla durata delle circostanze eccezionali, ma deve essere trasparente», mette in evidenza il Fondo.
E’ in questo quadro che le borse affondano, aprendo il secondo trimestre come hanno chiuso il primo, ovvero in calo. Il crollo è iniziato in Asia poco dopo l’avvertimento di Trump sui possibili 240.000 morti negli Stati Uniti per il coronavirus. Poi è toccato all’Europa: tutte le piazze finanziarie chiudono in profondo rosso, con Parigi maglia nera in calo del 4,30% e Francoforte che perde il 3,94%. Milano arretra del 2,97% appesantita il tonfo dell’attività manifatturiera italiana in marzo e il calo di quella europea. Lo spread chiude a 197 punti.
Pesante anche Wall Street che, dopo il peggiore trimestre dal 2008, chiude in profondo rosso. Il Dow Jones perde il 4,44%. Il Nasdaq cede il 4,41%. Lo S&P 500 arretra del 4,41%, in quello che è il calo maggiore delle ultime due settimane. Oltre a Trump a condizionare la seduta sono i dati economici. L’indice IHS Markit per il settore manifatturiero cala in marzo, anche se meno delle attese. Ma il diavolo sta nei dettagli: l’analisi evidenzia infatti un crollo degli ordini alle imprese e dell’occupazione ai minimi dal 2009. Proprio sul fronte del lavoro il sondaggio dell’ADP, relativo al periodo fino al 12 marzo quindi precedente alle chiusure generalizzate ordinate, mostra come il settore privato ha perso 27.000 posti di lavoro. Il dato ufficiale sull’occupazione è atteso per venerdì con gli analisti che prevedono la perdita lo scorso mese di 100.000 posti di lavoro con un tasso disoccupazione in aumento al 3,8%. I listini americani risentono anche delle parole del governatore di New York Andrew Cuomo che, chiudendo i parchi giochi per bambini, afferma: il picco è atteso per la fine aprile. La stessa fine di aprile indicata da Trump come scadenza per le misure di contenimento del coronavirus. La Casa Bianca parla di ripresa dall’1 giugno, ma nessun sa con chiarezza cosa accadrà in maggio. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA