Guerra
La Russia esce insoddisfatta da ultimo negoziato e avanza con i suoi tank fino alla periferia di Kiev
Il terzo round dei colloqui con l'Ucraina finisce con un niente di fatto e con il rinvio ad un prossimo, imminente incontro
Un quarto round di colloqui tra Russia e Ucraina si terrà a breve in Bielorussia. Lo annuncia la delegazione di Mosca all’agenzia Tass. «Le nostre aspettative non sono state soddisfatte», ma «i negoziati continueranno», ha confermato il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, citato dalla Tass. "Non ci illudiamo di ottenere risultati definitivi nel prossimo round di colloqui, è un lavoro difficile", ha aggiunto Leonid Slutksy, altro negoziatore russo, citato a Interfax.
Ci sono piccoli sviluppi positivi nel miglioramento della logistica per i corridoi umanitari», ha invece annunciato su Twitter il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak. La Russia dal canto suo si augura che «domani i corridoi umanitari funzionino», ha dichiarato al termine dei colloqui sempre Medinsky.
Frattanto i tank russi sono entrati alla periferia di Kiev e si sono piazzati accanto alle abitazioni. Nel dodicesimo giorno di invasione, caratterizzata da una lunga serie di bombardamenti, la capitale ucraina inizia a percepire la paura di un attacco imminente. I sobborghi sono già in una situazione «catastrofica», con vittime civili e migliaia di persone in fuga, ma le autorità ucraine temono che il peggio stia per arrivare. Dopo il fallimento per il terzo giorno consecutivo dei corridoi umanitari, che Mosca aveva aperto soltanto verso la Russia, tra le proteste di Kiev, sul terreno gli attacchi sulle principali città del Paese, da Kharkiv a Mariupol, non hanno rallentato. Anzi c'è stata un’intensificazione, sempre più vicino alla capitale.
Secondo fonti francesi, la prima linea russa a Kiev si trova a circa 20 chilometri dal centro, con pochi progressi negli ultimi giorni, ma i tank hanno iniziato a posizionarsi in un’area densamente popolata nell’ovest. Un video geolocalizzato dalla Cnn ha mostrato cinque mezzi blindati e i loro equipaggi a pochi metri da alti condomini nel distretto settentrionale di Irpin, che è stato bersagliato per tutto il fine settimana, con almeno otto civili uccisi. Un’altra strage si è consumata a Makariv, dove le autorità locali hanno denunciato un raid su un panificio industriale, che ha ucciso almeno 13 persone. Ma si temono altri morti, perché nel laboratorio lavorano una trentina di persone. Intensi scontri sono avvenuti in un altro sobborgo, Gostomel, sede di un importante aeroporto, dove il sindaco è stato ucciso. La morsa russa sulla capitale è talmente stretta che ormai la situazione nelle periferie è «catastrofica», ha ammesso la presidenza ucraina, che sta cercando di evacuare i residenti. Ed ha sospeso l’export di carne, per far fronte alla carenza di cibo. In città nel corso della giornata hanno continuato a risuonare sirene d’allarme, mentre si susseguono i messaggi delle autorità locali ai cittadini: «Tenete sempre d’occhio gli annunci e correte nei rifugi».
Sugli altri fronti le analisi che arrivano dai governi occidentali rilevano un sostanziale stallo nell’avanzata russa. Per questo motivo, si sottolinea, è stato alzato il livello degli attacchi aerei e di artiglieria. Al sud, ad esempio, dopo una notte di bombardamenti grandi nuvole di fumo sono state segnalate nei quartieri residenziali di Mykolayv. I russi provano ad occupare la città da giorni per avvicinarsi al loro obiettivo più importante sul Mar Nero, Odessa. Per creare una linea territoriale dalla Crimea alla Moldavia. L’assalto al principale porto del Paese, secondo gli Stati Uniti, non è imminente, ma le forze locali sono già in allerta. Nel Donbass continua a resistere Mariupol, ma ormai è una città martire, senza acqua, cibo, ed elettricità. Prigioniera dei raid che colpiscono senza sosta dall’inizio dell’invasione. Con 200mila civili ancora in attesa di una sempre più improbabile evacuazione.
Anche Kharkiv, nel nordest, non si arrende. E nonostante intensi bombardamenti aerei da giorni, che non hanno risparmiato grandi aree residenziali, una controffensiva ucraina ha danneggiato le unità russe in prima linea. Ma la situazione per la seconda città del Paese resta critica, perché ci sono indicazioni che l’Armata possa contare sul supporto di 15mila unità separatiste provenienti da Lugansk e Donetsk. Finora il conflitto, secondo l’Onu, ha provocato la morte di almeno 406 civili, e oltre 800 feriti. Per Kiev i russi hanno colpito 202 scuole e 34 ospedali e 1.500 case dall’inizio dell’invasione. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA