In Tanzania un’epidemia di Marburg, un virus simile all’ebola: otto morti

Di Redazione / 15 Gennaio 2025

A poche settimane dalla dichiarazione della fine dell’epidemia in Rwanda, il Marburg, virus simile a ebola, torna a farsi vedere in Africa. Ieri l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto di aver ricevuto la notifica da parte della Tanzania di 9 casi sospetti; 8 di loro sono deceduti. Le indagini per confermare l’agente patogeno sono in corso; intanto è stata avviata la tracciatura dei contatti.

I contagi si sono verificati nella regione di Kagera, area posta a ridosso del lago Victoria e confinante con Rwanda, Uganda e Burundi. Proprio per la sua posizione, che la rende uno snodo importante per i movimenti delle persone, l’Oms ha classificato il rischio legato all’epidemia come alto, sia a livello nazionale sia a livello della regione africana.

«La malattia da virus Marburg non è facilmente trasmissibile», dal momento che la trasmissione «nella maggior parte dei casi richiede il contatto con i fluidi corporei di un paziente malato che presenta sintomi o con superfici contaminate da questi fluidi», spiega l’Oms. «Tuttavia, non si può escludere che una persona esposta al virus possa essere in viaggio».

Nell’area, ricorda l’Oms, «i serbatoi zoonotici, come i pipistrelli della frutta, rimangono endemici» e già nel 2023, la regione di Kagera, in particolare il distretto del capoluogo Bukoba, era stato l’epicentro di un’epidemia di Marburg che aveva causato 9 casi e 6 decessi.

Su scala globale, il rischio di diffusione della malattia è considerato per il momento basso. «In questa fase non è confermata la diffusione internazionale, benché ci siano preoccupazioni sui potenziali rischi», dice l’Oms. L’area non è vicina alla capitale del Paese Dodoma, né ai principali aeroporti internazionali. Tuttavia, «è ben collegata tramite reti di trasporto e ha un aeroporto che la collega a Dar es Salaam per gli spostamenti successivi fuori dalla Tanzania in aereo», conclude l’Oms che sottolinea la necessità di rafforzare la sorveglianza e la capacità di gestire eventuali casi che venissero identificati nel contesto dei viaggi.

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Pubblicato da:
Fabio Russello