Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres incontra a Mosca il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov proprio mentre nella base americana di Ramstein, in Germania, si svolge un vertice straordinario a sostegno dell’Ucraina con i ministri della Difesa di 40 Paesi. Guteress, che a breve sarà ricevuto al Cremlino da Putin, che nel frattempo si è sentito al telefono con il presidente turco Erdogan, chiede «un cessate il fuoco» in Ucraina «il prima possibile». Dichiara di essere «preoccupato» per le «violazioni ripetute dei diritti umani e di crimini di guerra in Ucraina» e spiega di aver proposto «un gruppo di contatto umanitario con Russia e Ucraina» per creare dei corridoi umanitari davvero "efficaci e rispettati».
Lavrov ribatte dicendo che la Russia vorrebbe «una pace negoziata», ma che «è Kiev a non volerla». «Zelensky – osserva il ministro russo – si è rimangiato quello che aveva chiesto la settimana prima e questo ci rattrista: la parte ucraina non è interessata ai negoziati». Se gli occidentali «continueranno a consegnare armi difficilmente i negoziati avranno buoni esiti. Noi siamo pronti a riprenderli se qualcuno presenterà idee interessanti» assicura, precisando però che in questa fase «è prematuro» visto che Mosca vuole «risposte all’ultima variazione del documento inviata 12 giorni fa, ma che forse non è stata consegnata a Zelensky che ha detto di non esserne a conoscenza».
Che si possa arrivare ad una pace per via diplomatica in tempi brevi, comunque, sono i fatti ad escluderlo. E non solo perché anche nel vertice di Ramstein i toni si fanno sempre più gravi, con il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, che dà il via alla 'Lega per l’Ucrainà e si dice pronto «a fare molto di più» per far vincere Zelensky e con il ministro della Difesa inglese che autorizza l’offensiva di Kiev sul suolo russo con armi inglesi, ma anche per la situazione che si sta creando nella Transnistria. Una serie di esplosioni nella regione separatista filorussa della Transnistria, una delle quali ha danneggiato anche un’emittente russa, scatenano, infatti, il timore che il conflitto in Ucraina possa estendersi alla Moldavia.
Il Cremlino dice di seguire «da vicino» la situazione nella zona, i cui ultimi sviluppi destano «preoccupazione». Mentre il presidente della Moldavia Maia Sandu convoca il Consiglio di sicurezza nazionale. Il segretario del Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldavia (PSRM) Vlad Batrincea ritiene che dietro le esplosioni nella Transnistria ci sia un tentativo di trascinare il Paese in un conflitto armato cosa che lui vorrebbe scongiurare a tutti costi appellandosi al rispetto della "neutralità» previsto dalla Costituzione del Paese. La Transnistria, la cui indipendenza non è riconosciuta dalla comunità internazionale, si separò dalla Moldavia dopo una breve guerra civile in seguito al crollo dell’Unione Sovietica. Il territorio, con una popolazione di circa 500.000 abitanti, è fortemente dipendente dalla Russia, che fornisce gas gratuito e ha schierato 1.500 truppe. Intanto, il conflitto continua a mietere vittime, ad esacerbare gli animi e a creare profughi che, secondo l’Onu, dovrebbero arrivare a oltre 8 milioni.
Secondo le forze armate di Kiev, sarebbero almeno 22.100 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio della guerra. Mentre il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, citato dalla Tass, sostiene che le forze russe avrebbero eliminato la notte scorsa circa 500 «nazionalisti nemici», tra cui 60 militanti del gruppo nazionalista del Donbass» e avrebbero colpito con «missili di precisione 4 obiettivi militari ucraini: due sedi di produzione di equipaggiamento e hardware militare e due depositi di munizioni vicino a Kurulka e Novaya Dmitrovka nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina orientale».
Ma lo scambio di accuse tra i due eserciti prosegue senza sosta con gli ucraini che puntano il dito contro i russi che starebbero «costringendo la popolazione maschile di Mariupol a partecipare alla rimozione delle macerie nella città e a scavare fosse comuni in cambio di cibo». Mentre il reggimento Azov fa sapere che le forze russe avrebbero lanciato «nelle ultime 24 ore 35 attacchi aerei sull'acciaieria Azovstal di Mariupol, dove si nascondono anche civili». E proprio le truppe asserragliate nelle acciaierie chiedono ora di essere evacuate in Turchia, invece che nelle zone dell’Ucraina sotto il controllo di Kiev, come spiega il leader della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, secondo quanto riporta la Tass. E questo, mentre, il ministero della Difesa bielorusso fa sapere che da oggi al 29 aprile, l’aeronautica e la difesa aerea bielorusse terranno un’esercitazione congiunta con le forze russe in Bielorussia. Saranno, invece, almeno 55 i treni gratuiti in partenza oggi da tre città ucraine per l’evacuazione dei civili sia per destinazioni all’interno dell’Ucraina, sia all’estero. Contro Mosca, intanto, continua a schierarsi la Polonia che oggi fa sapere di aver imposto sanzioni alla Russia che includono il congelamento dei beni e il divieto di ingresso per 35 imprese russe e 15 persone. Mentre la Russia espelle tre diplomatici svedesi. Kiev demolisce della statua all’Arco dell’amicizia dei popoli costruita dai sovietici nel 1982.