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Gb: Johnson resta sotto tiro dopo il voto in casa Tory

Opposizioni evocano mozione sfiducia dimostrativa pure ai Comuni

Di Redazione |

LONDRA, 07 GIU – Resta alta per ora la tensione nella politica britannica dopo il voto interno alla maggioranza Tory sulla sfiducia a Boris Johnson, da cui il primo ministro – coinvolto in questi mesi nel cosiddetto scandalo Partygate – si è salvato solo solo per il rotto della cuffia, con 211 voti favorevoli contro ben 148 ostili fra i deputati del suo stesso partito. Gli inviti del premier e dei suoi ministri ai ribelli ad accettare il risultato, a rientrare nei ranghi e ad andare avanti sulle priorità economiche e politiche del Paese non sembra per ora sfondare fra le voci critiche. Mentre le opposizioni – laburisti e indipendentisti scozzesi dell’Snp in testa – bollano Johnson come “un cadavere ambulante” e prendono di mira il Partito Conservatore tout court per averlo tenuto in sella nonostante lo scandalo e il malcontento grazie al voto di 211 deputati “senza spina dorsale”. Il leader dei liberaldemocratici, Ed Davey, annuncia da parte sua una mozione dimostrativa di sfiducia contro il premier anche alla Camera dei Comuni, la cui ammissione al voto non è scontata: mozione comunque senza speranza, poiché i Tory hanno una maggioranza di un’ottantina di seggi e nel pieno delle loro divisioni non vogliono certo un’elezione anticipata; ma destinata a cercare di creare qualche ulteriore imbarazzo. Il Financial Times e il Times evocano intanto un BoJo “ferito”, il progressista Guardian lo vede “umiliato”, mentre pure il filo-conservatore Daily Telegraph mette in dubbio la tenuta della sua autorità di fronte a un numero di ribelli così alto e apparentemente determinato a continuare ad “assediarlo”.

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