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Emiliano Sala e il volo dei misteri: sospese le ricerche
PARIGI – Le parole del bomber Emiliano Sala rimbalzano dall’Argentina. E’ il suo ultimo audio, registrato al cellulare quando già rombavano, incerti, i motori del Piper che avrebbe dovuto trasferirlo – gioiello del mercato di gennaio – dal Nantes al Cardiff. «Ragazzi, sono in aereo, sembra che stia per cadere a pezzi…se fra un’ora e mezzo non ci saranno mie notizie, non so neppure se manderanno qualcuno a cercarmi, perché non mi ritroveranno, ma voi lo saprete. Papà, ho una paura…».
L’audio inviato su whatsapp ad alcuni amici e al padre, è sul web. La voce dell’attaccante non tradisce alcun panico, sembra che voglia scherzare, o sdrammatizzare. Stasera, al calar della notte, le ricerche da parte delle squadre dell’isola di Guernesey, all’altezza della quale i contatti radar si sono interrotti 48 ore fa, sono state sospese. Una decisione sull’eventualità di proseguire anche domani – con l’uso di diversi aerei, elicotteri e una barca da salvataggio – sarà presa domani mattina. Il capo dei servizi di ricerca delle isole della Manica, John Fitzgerald, aveva detto in giornata alla BBC che «neppure la persona più in forma può resistere più di qualche ora» in quelle acque gelide, quindi non si può nutrire più «alcuna speranza» di trovare vivi il calciatore e il pilota dell’aereo da turismo.
Procede intanto l’inchiesta che, mai come in questo caso, può essere anche di aiuto all’eventuale ritrovamento di superstiti o di rottami del velivolo, che secondo alcuni testimoni sarebbero già stati in parte trovati e in attesa di identificazione. Ma i misteri sono moltissimi attorno a questo volo di un calciatore di prima divisione, una star, verso la quale erano rivolti gli occhi dei tifosi francesi e inglesi. Innanzitutto, a 48 ore dalla scomparsa, non ci sono notizie certe neppure sul proprietario del velivolo: il Piper Malibu, in circolazione dal 1984, era immatricolato in Inghilterra ma la squadra di Cardiff, che aveva acquistato Sala, ha smentito di averlo noleggiato: «Abbiamo chiesto al giocatore se voleva che pensassimo noi al volo che, sinceramente, sarebbe in quel caso stato un volo di linea – ha spiegato il presidente gallese, Mehmet Dalman, al giornale Wales online – ma lui ha detto di no e ha deciso altrimenti». Secondo i media inglesi, l’aereo appartiene a un famoso procuratore, Willie McKay, che avrebbe contribuito al trasferimento in Galles di Sala.
Alone di mistero anche sui passeggeri: lunedì sera, 3 persone hanno superato i controlli alle barriere dell’aeroporto di Nantes, tutte e tre sono arrivate sulla pista ma soltanto un pilota è salito sul Piper, Dave Ibbotson, inizialmente non previsto dalla documentazione del volo. Il terzo uomo sarebbe un certo Dave Henderson, pilota molto esperto, che non sarebbe però salito a bordo all’ultimo minuto. Ieri, Henderson ha postato su Facebook un messaggio per far sapere di essere in vita, stamattina ha disattivato il suo account.
E mentre familiari e sostenitori aspettano l’ufficialità dello scenario peggiore, i due club coinvolti – Nantes e Cardiff – che avevano appena concluso un trasferimento da 17 milioni (record per entrambe le società) devono gestire anche le conseguenze dell’incidente da un punto di vista giuridico e assicurativo. Il settimanale Le Point ha sollevato la questione della validità del contratto, siglato sabato da Sala. Per renderlo applicabile, afferma un avvocato, è necessaria la registrazione nel portale Fifa che attribuisce ufficialità al passaggio da un club all’altro. In tal caso, e in assenza di clausole specifiche, il Nantes potrebbe reclamare i soldi al Cardiff che a sua volta potrebbe contestare il tutto facendo valere un caso di forza maggiore. Anche se in Francia, per esempio,il contratto collettivo dei calciatori considera una “pratica a rischio” viaggiare su un aereo da turismo, senza l’autorizzazione del presidente e il parere dell’allenatore. E infatti entrambi i club tentano in queste ore di smarcarsi dalle accuse di aver organizzato e/o autorizzato quel volo maledetto.