È la giornata mondiale del gabinetto: 10 cose che forse non sapete sul nostro “dovere quotidiano”

Di Carmen Greco / 18 Novembre 2018

Sapevate che il 19 novembre è la Giornata mondiale del gabinetto? L’ha istituita l’Onu per ricordare quanto sia importante l’igiene per sconfiggere le malattie, anche in considerazione del fatto che due miliardi e mezzo di persone nel mondo – a tutt’oggi – non hanno un water e 280mila di esse muoiono ogni anno per malattie derivate proprio dalle cattive condizioni igieniche e dalla mancanza d’acqua. Eppure il wc è tra le abitudini quotidiane di miliardi di persone e, secondo uno studio, ci stiamo seduti sopra mediamente tre anni della nostra vita. Ma chi lo inventò e quando è diventato indispensabile? Dieci cose da sapere sul luogo del nostro “dovere quotidiano” con un piccola chicca… l’undicesima.

In principio furono romani e cinesi

Esistono prove che sistemi a seduta con risciacquo continuo fossero usati comunemente nell’antica Roma. Anche in Cina sono state trovate tracce – all’interno di una tomba del periodo Han – che risalgono al 24 dopo Cristo, di una “seduta” con un sistema per far confluire in basso l’acqua di pulizia.

Il Medioevo fu, invece, un periodo buio per l’igiene. Le fognature non esistevano e gli  escrementi erano  depositati in vasi di coccio spesso vuotati direttamente dalle finestre. Si può facilmente capire perché le strade fossero luoghi maleodoranti in cui le epidemie galoppavano.

Uno scozzese il papà del wc

Il water così come lo conosciamo ha “appena” 243 anni. In Europa il primo prototipo arrivò solo nel 1596 e fu lo scrittore John Harington , figlioccio della regina Elisabetta d’Inghilterra, a creare un marchingegno con una torre-serbatoio d’acqua. Ma non ebbe fortuna, e l’appuntamento con la civiltà venne rimandato al 1775 quando lo scozzese  Alexander Cummings  – considerato il vero papà del wc – inventò il meccanismo idraulico del sifone, capace di formare un tappo d’acqua all’interno di un tubo.

Il càntaro siciliano

Nell’Ottocento in Sicilia si usava il pitale, o càntaro. Ricordate la scena del Gattopardo di Visconti in cui durante il ballo la porta della sala da bagno offre una serie di pitali di varia misura per gli ospiti del principe di Salina? L’origine del nome potrebbe essere riconducibile all’antica unità di misura siciliana del càntaro, pare che i primi vasi da notte avessero infatti la capacità di circa 79 kg cioè di un càntaro. Nelle case padronali esisteva un locale bagno nel quale il càntaro era incorporato in una struttura in legno, una sorta di panca forata con il piano ribaltabile al cui interno era sistemato il pitale, un modello che si potrebbe paragonare al moderno wc.

Io la faccio all’aperto

Nel mondo esistono più telefoni cellulari che gabinetti: più di 1 miliardo di persone (il 15% della popolazione mondiale) ancora pratica, infatti, la defecazione all’aperto. Le Nazioni Unite si sono poste l’obiettivo di eliminare totalmente questa abitudine entro il 2025, anno in cui si punta anche a garantire acqua potabile per tutti.

Ma è una cosa seria

L’Onu stima che circa 842mila persone di paesi con redditi medio-bassi muoiono a causa della mancanza di acqua. Nello specifico, di questa vera strage, ben 280mila morti sono ricollegate direttamente proprio alla mancanza di servizi igienici. La malattia che uccide di più è la diarrea, ma anche i vermi intestinali, la schistomiasi e il tracoma che affliggono milioni di persone nel mondo. La mancanza di servizi igienici costa al mondo 260 miliardi di dollari l’anno. E per ogni dollaro investito in servizi igienico-sanitari, vi è un ritorno di 8 dollari per il risparmio di tempo, aumento della produttività e riduzione dei costi sanitari.

La città più pulita del mondo

A Singapore in bagno si prende la multa. La polizia, infatti, controlla chi si lava le mani dopo essere stato in bagno: gli smemorati rischiano fino a 150 dollari di multa. Una multa ancora più salata spetta a chi fa la pipì nel posto sbagliato: in questo caso la sanzione raggiunge i 500 dollari.

Giappone, wc hi-tech

Hanno i wc più tecnologici del pianeta. Si chiamano Washlet, in opposizione alla tradizionale “turca” utilizzata dal Giappone sino al dopoguerra e sono stati creati a partire dagli anni Sessanta. Sono dotati di luci per aiutare a trovare la tazza di notte, assi riscaldate per dare maggior comfort a chi lo utilizza per primo la mattina, getti d’acqua che integrano le funzioni del bidet. Oggi è perfino possibile valutare la misura del peso e della regolarità delle feci dei vari membri della famiglia che vengono contate e trasferite wireless allo smartphone, oppure (nei casi più sofisticati) i brevetti per avere le analisi mediche delle feci e dell’urina direttamente all’interno del wc, da trasmettere in tempo reale al proprio medico.

Il tempo trascorso sul water

È stato calcolato che, in media, trascorriamo tre anni della nostra vita seduti sul water. Due teorici e studiosi delle “code” della Ghent University in Belgio, hanno effettuato anche degli studi sui tempi d’attesa per i bagni pubblici. I bagni degli uomini ospitano tra il 20 e il 30% di toilettes in più rispetto ai bagni delle donne. Questo è dovuto a volte alla presenza degli orinatoi che occupano meno spazio dei bagni nelle cabine. Diversi studi hanno dimostrato che le donne, spendono in media 1 volta e mezza/2 volte più tempo degli uomini in bagno. Le ragioni sono per lo più pratiche: dal tempo “perso” in più ad aprire e chiudere le porte delle cabine, dall’eventuale pulizia del sedile, al dover togliersi più vestiti mediamente rispetto a un uomo. Considerando un ugual numero di toilettes e una media di permanenza in bagno per le donne di un minuto e mezzo e per gli uomini di un minuto, con un’affluenza di una persona ogni 10 secondi, si è visto che il tempo di attesa per le donne è di un minuto, contro i 1.52 secondi per gli uomini.

“Stimoli” per la creatività

L’ultimo a fare del wc un oggetto d’arte è stato Maurizio Cattelan, artista milanese che nel 2016 al Guggenheim di New York, ha esposto una tazza, d’oro, a 18 carati (che poteva essere anche usata dai visitatori). L’opera si chiama “America” e sono stati oltre 100mila i visitatori del museo che hanno fatto la fila per potercisi sedere sopra. Ogni 15 minuti membri dello staff del museo entravano a pulire: non si sa con quale prodotto, l’oro resiste a tutto tranne l’acqua ragia (acido nitroclorico). Il “cesso d’oro” era stato proposto a Donald Trump e signora dal direttore del museo, in cambio del quadro di Van Gogh “Paesaggio con neve” che la coppia presidenziale aveva chiesto in prestito al Guggenheim per abbellire una stanza della casa Bianca. Il tycoon ha declinato l’invito.

Altre creazioni sul tema, la celeberrima “Fontana” (1917) del dadaista Marcel Duchamp (in realtà un orinatoio) di cui esistono 14 repliche una delle quali una alla Galleria Nazionale di Roma e – passando dal contenente al contenuto – la “Merda d’artista” del 1961 di Piero Manzoni. L’artista ne realizzò 90 scatolette da 30 grammi ciascuna, l’ultima è stata venduta a Milano al prezzo di 275mila euro.  

Si fa presto a dire wc

Sono tanti i nomi con i quali viene indicato il gabinetto: gabinetto (dal francese cabinet, diminutivo di cabine “cabina”), bagno, (popolare), cesso, camerino, licet, (non comune) luogo di decenza, toilette, toletta, (in disuso specifico di uso pubblico), latrina (di caserme e vetture ferroviarie), ritirata, (con funzione di orinatoio per uomini] vespasiano, (per uomini) W.C. (water closet, dall’inglese (armadietto d’acqua), pisciatoio (volgare).

“La televisione è meglio del cinema. sai sempre dov’è la toilette.” 

(Dino Risi)


“Anche il sole penetra nelle latrine, ma non ne è contaminato”

(Diogene di Sinope, III sec.)


“Le più grandi invenzioni della Storia sono state: il linguaggio, la ruota, il water closet. Senza il linguaggio non ci saremmo capiti; senza la ruota non avremmo viaggiato sul Frecciarossa; senza il water non avremmo mai letto i classici”.
(Roberto Gervaso)


“Il ribelle si placa non appena conquista il bagno”.

(Leo Longanesi) 


“Se hai la testa nel cesso, non fare le bolle”.

(Anne Bancroft) 


“Non vi sono che due luoghi dove si paghi per avere il diritto di dissipare, le latrine pubbliche e le donne”.

(Charles Baudelaire)


“Un cane, guardando un albero di Natale acceso, pensa: finalmente hanno messo la luce nel cesso”.

(Romano Bertola)


“Lasciare il bagno pulito! Perché la mano che lo pulisce è la stessa che ti fa il caffè”.

(anonimo, appeso nel bagno di un bar a Napoli)

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Redazione
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