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Crisi clima, esempio di Greta spinge tutti in piazza anche in Sicilia

Di Redazione |

PALERMO – Anche in Sicilia sono previste per domani manifestazione contro la crisi climatica e il riscaldamento globale , il «Global strike for future» che nasce dall’esempio di Greta Thunberg, la sedicenne svedese che dal 20 agosto ogni venerdì staziona davanti al Parlamento di Stoccolma per protestare contro «l’indifferenza della politica sulle mutazioni che stanno stravolgendo l’ecosistema terrestre». I principali sit in – che radunano studenti, volontari, e ambientalisti si terranno a Palermo, Catania, Caltanissetta, Enna, Agrigento, Ragusa, Siracusa, Corleone, Capo d’Orlando e Scicli. A Palermo previsto il concentramento per le 9 in piazza Verdi, da dove partirà un corteo che si dirigerà al Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, per «portare il nostro messaggio non solo alla Regione e alle amministrazioni, ma al nostro Governo Nazionale».

«L’idea – dice Vanessa Rosano, una delle volontarie organizzatrici delle manifestazioni – è che in testa al corteo ci sia il futuro. Perché è per quello che protestiamo: per il futuro del pianeta». A Catania l’appuntamento è fissato per le 9 alla villa Bellini, mentre a a Caltanissetta ci si raduna alle 17 in piazza Martiri d’Ungheria. «Anche il nostro liceo De Cosmi a Palermo – dice il preside Ninni Sciortino – è da tempo impegnato nel condurre lezioni per sensibilizzare gli studenti sui temi della salvaguardia dell’ambiente».

Ed ecco, per punti, i principali effetti legati al clima che cambia a livello globale.

– AUMENTO DELLA TEMPERATURA MEDIA: il 2018 è stato il quarto anno più caldo mai registrato (in Italia e in Europa il più caldo di sempre), con la temperatura media in gennaio più alta di 1,1 gradi rispetto al 1900. L’impegno dei grandi è limitare l’aumento a 1,5 gradi entro la fine del secolo ma, avverte l’Onu, servono «misure senza precedenti».

– I GAS SERRA: indicati come i principali responsabili dell’aumento delle temperature, sono in costante aumento dal 1900. Dopo che per 800.000 anni (dati recuperati con carotaggi nel ghiaccio) erano rimasti sotto il livello pre-industriale, ora siamo abbondantemente sopra tale soglia.

– SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI: l’aumento delle temperature ha ridotto lo spessore della calotta al Polo Nord dai 3,6 metri del 1975 agli 1,25 attuali e solo in pochissime parti i ghiacciai superano così i 5 anni di età. Non va meglio al Polo Sud, dove la calotta si è ridotta di 1.500 Km2 fra il 2010 ed il 2016. In Italia, secondo alcune stime, la superficie dei ghiacciai è calata del 30% nell’arco degli ultimi 50 anni.

– INNALZAMENTO DEI MARI: sebbene gli studi più recenti siano meno allarmisti di quelli precedenti, quelli pubblicati su Nature a inizio anno parlano di un aumento del livello del mare fra gli 8 e, nello scenario peggiore, 41 centimetri da qui al 2100 dovuto allo scioglimento dei ghiacci. Ma tenendo conto delle altre componenti (aumento della temperatura dell’acqua e maggiore afflusso dalla terraferma) la crescita del livello è stimata fra 60 e 90 centimetri.

– EVENTI ESTREMI: il bilancio stilato dall’Onu, anche se in calo, resta drammatico. Nel 2018 sono stati colpiti da terremoti, inondazioni, tsunami o incendi 61,7 milioni di persone, con 10.733 vittime. Nell’anno scorso Europa e America hanno registrato un tasso di incendi mai così grave, con la Grecia che ha subito l’incendio con il maggior numero di vittime mai avvenuto in Europa. Mentre gli Usa hanno registrato danni per quasi 75 miliardi di dollari fra incendi e uragani.

– I DANNI SULL’UOMO: ancora l’Onu stila un bilancio spaventoso. L’inquinamento atmosferico è la principale causa di malattie e provoca tra 6 e 7 milioni di morti premature con perdite economiche stimate in 5mila milioni di dollari all’anno. Anche gli inquinanti nell’acqua dolce sono un grandissimo rischio: le infezioni resistenti ad antimicrobici e antibiotici possono moltiplicarsi e diventare fra le principali cause di morte in tutto il mondo entro il 2050.

– L’IMPATTO SULLA FAUNA: dall’acidificazione degli oceani con la conseguente morte di coralli e barriere coralline alle migrazioni “costrette” dal cambiamento delle condizioni dell’habitat naturale, l’impatto sul mondo animale è ormai una realtà. Mentre l’aumento della temperatura avvantaggia specie poco amichevoli, come zanzare, meduse o zecche, come spiega il Wwf. La siccità contrapposta ai fenomeni delle piogge torrenziali danneggia gravemente anche anche le aree coltivate e quelle selvatiche, con danni per la catena alimentare umana e animale.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA