ROMA – L’alleggerimento delle restrizioni per salvare le feste di Natale, allo studio in Europa, potrebbe essere un azzardo. L’Oms ha invitato i governi a non sottovalutare la minaccia persistente del Covid-19: il rischio è una terza ondata all’inizio del 2021. Un appello alla massima prudenza dunque, in una fase decisiva della battaglia alla pandemia, quella in cui partiranno le prime vaccinazioni. Forse già a metà dicembre negli Stati Uniti, che hanno anche autorizzato il cocktail di anticorpi Regeneron già utilizzato da Donald Trump.
Il focolaio europeo, tutt’altro che spento, preoccupa ancora l’Organizzazione mondiale della Sanità. L’inviato speciale per la pandemia, David Nabarro, in un’intervista ai media svizzeri ha ricordato come la presa si sia allentata dopo il calo della curva dei contagi in estate. Quello era il momento per realizzare le «infrastrutture necessarie» a scongiurare una recrudescenza del virus. Invece non è stato fatto ed in tutto il continente la situazione è peggiorata drasticamente. Per allentare le restrizioni, secondo l’inviato Oms, «bisogna attendere fino a quando i numeri non saranno bassi e si manterranno bassi». Nel frattempo è necessario attrezzarsi in modo adeguato, «altrimenti affronteremo una terza ondata all’inizio del prossimo anno», ha spiegato Nabarro, che in particolare ha criticato la Svizzera per la riapertura degli impianti sciistici.
L’esempio è l’Asia, soprattutto la Corea del Sud, dove «le persone adottano comportamenti che rendono difficile la circolazione del virus: mantengono le distanze, indossano mascherine, si isolano quando sono malate, proteggono i gruppi più a rischio».
L’avvertimento dell’Oms è arrivato in una fase in cui i governi europei stanno valutando parziali riaperture a ridosso delle festività di fine anno, per far rifiatare le attività commerciali. Approfittando della relativa stabilizzazione dei nuovi contagi, ed in attesa di assestare un colpo decisivo al virus con il vaccino. In America la campagna dovrebbe scattare già l’11-12 dicembre, ha affermato Moncef Slaoui, il responsabile di Operation Warp Speed, con l’obiettivo di raggiungere «un livello di immunizzazione al Covid del 70% entro maggio». In Spagna Pedro Sanchez ha fatto sapere che si partirà da gennaio.
La Francia si avvia invece verso un progressivo allentamento del lockdown in vigore dal 30 ottobre. Il portavoce del governo, Gabriel Attal, ha parlato di «tre fasi», tenendo conto dell’evoluzione dell’epidemia, che dovrebbero scattare «il primo dicembre, prima delle vacanze di fine anno e poi a partire da gennaio». Martedì Emmanuel Macron parlerà alla nazione per illustrare il piano. Anche il governo britannico si appresta a confermare che il blocco nazionale in tutta l’Inghilterra si concluderà il 2 dicembre. Con un ritorno ad una serie di restrizioni regionali a tre livelli. Il crinale su cui si muovono gli europei è indubbiamente stretto, perché il Covid ha già dimostrato di essere duro a morire. Ne sa qualcosa la Svezia, strenuo difensore della politica del ‘tutto apertò nel nome della proverbiale auto-disciplina del suo popolo. «La piccola tregua estiva è finita» e «sono già morte più di seimila persone», ha detto il premier Stefan Lofven parlando alla nazione. «Mantenete le distanze e restate a casa al minimo sintomo», il suo appello.