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Covid, dal Giappone parte l’allarme per l’arrivo della terza ondata
ROMA – Il Covid-19, inarrestabile in Europa, brucia altri record. Nell’epicentro della seconda ondata il numero delle vittime cresce in modo allarmante: in Gran Bretagna hanno superato le 50.000, in Spagna le 40.000. E si moltiplicano le restrizioni, con la Grecia costretta al coprifuoco. Tutto questo mentre la pandemia, quasi con un moto circolare, prosegue la sua corsa ritornando in Oriente, dove tutto è cominciato. Lo dimostra il caso del Giappone, dove le autorità avvertono dell’arrivo di una terza ondata. L’aumento costante dei morti, nella fase autunnale della pandemia, preoccupa tanto quanto la progressiva saturazione degli ospedali. Dagli Stati Uniti all’Europa, molti bollettini quotidiani sono stabilmente a tre cifre. Sul lato opposto dell’emisfero, invece, la consuetudine di indossare la mascherina fuori casa ha evitato il peggio. In Giappone, ad esempio, che conta meno di 2.000 morti e 111mila contagi. Ma i contagi sono tornati ad aumentare, dopo diverse settimane di relativa stabilità. Non solo a Tokyo, ma anche nelle prefetture con grandi popolazioni urbane come Osaka, Kanagawa e Aichi. Complici il freddo e i tanti spostamenti interni dopo una campagna del governo per promuovere il turismo locale.
L’Europa, a differenza del Giappone, è in stato d’emergenza da oltre un mese. A partire dalla Gran Bretagna, che nonostante i lockdown locali ha superato il tetto dei 50.000 morti, quasi 600 in un giorno solo: è il paese più colpito su questo fronte, davanti a Italia e Francia, entrambi alle prese con numeri ancora molto elevati. Anche in Germania i contagi continuano ad aumentare, ma «con meno forza», ha spiegato il ministro della salute Jens Spahn, avvertendo comunque che è troppo presto per parlare di inversione di tendenza. Nel paese c’è una situazione insolita che riguarda la scuola: oltre 300mila allievi e 30mila insegnanti sono in quarantena, in quello che gli esperti chiamano un «lockdown-salame», perché interessa «fette» del mondo scolastico. La scelta fin qui è stata quella di tenere gli allievi in aula il più a lungo possibile.
In Spagna oltre 6.200 aule sono in quarantena, 27 gli istituti chiusi. In un paese in cui il Covid è tornato a mordere molto presto dopo la tregua estiva ed ha rotto la soglia psicologica dei 40mila morti. Nella battaglia contro il virus le restrizioni si moltiplicano. Come quella appena adottata che prevede il test a tutti i viaggiatori in arrivo dalle aree ad alto rischio: 72 ore prima di atterrare, dal 23 novembre. Scoraggiare gli spostamenti, interni o all’estero, si conferma l’antidoto principale al Covid. La Grecia, dopo essere dovuta tornare al lockdown, ha stretto ancora le maglie, imponendo il coprifuoco notturno. Nel frattempo cresce la speranza per il vaccino, se tutto va bene tra la fine dell’anno e la primavera prossima. Tutti lo attendono con ansia, soprattutto gli Stati Uniti: il paese più malato del mondo, con 200mila nuovi contagi in 24 ore ed un milione in appena 10 giorni. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA