KINSHASA, 05 DIC – Ha fatto “circa 300 morti” il massacro perpetrato il 29 novembre nel villaggio di Kishishe e di cui il governo della Repubblica democratica del Congo (Rdc) accusa i ribelli del gruppo M23: lo ha affermato Julien Paluku, ministro dell’Industria della Rdc ed ex governatore del Kivu Nord, provincia dove è avvenuta la strage. Paluku ha fornito la nuova stima parlando in una conferenza stampa col portavoce del governo, Patrick Muyaya. Giovedì scorso l’esercito aveva accusato l’M23 di aver massacrato almeno 50 civili nel villaggio dell’est del Paese, aggiornando il giorno dopo il bilancio a “più di cento” morti. Il movimento ribelle ha respinto le accuse e ha riconosciuto la morte solo di 8 civili uccisi, a loro dire, da “proiettili vaganti” durante scontri con altri miliziani. Paluku e Muyaya, anch’egli ministro (della Comunicazione), hanno precisato che il numero delle vittime arriva loro fra l’altro da un’ “organizzazione che riunisce tutte le comunità” della regione. L’ex-governatore della provincia del Kivu nord dal 2007 al 2019 ha sottolineato che i morti sono civili estranei alle milizie e il portavoce governativo ha affermato che fra loro ci sono anche 17 bambini, almeno “secondo i primi dati”.